Nel 1978 l’ingegnere aerospaziale Didier Mathure assiste al decollo del razzo Crystal, al quale ha lavorato assiduamente per dieci anni. Il prototipo, però, esplode durante il lancio e Mathure è “promosso” dai suoi superiori alla direzione del GEPAN, l’ente inutile che si occupa degli UFO e relativi eventi. Diventa così il riluttante capo di un bizzarro terzetto di collaboratori: la giovane Véra, l’entusiasta Rémy e il più maturo Michel.
Positivista integrale, l’ingegnere s’imbatte però in alcuni episodi che lo fanno dubitare del proprio scetticismo. L’incontro con un uomo misterioso che pare due various persone, una pioggia di fenicotteri rosa e altri episodi inspiegabili concentrati nella campagna di Godrecourt. Per non dire di un laghetto, le cui acque si prosciugano sostituite da una montagna di scarpe. Mentre la sua ex-moglie e collega Elise entra a far parte di una commissione d’inchiesta incaricata di stabilire che gli UFO non esistono, i dubbi si moltiplicano nella mente di Didier. Il quale si mette alla ricerca di una cassetta-video che proverebbe la realtà degli alieni.
Serie francese prodotta da Canal+ e presentata in anteprima al 73° competition di Cannes, UFOs arriva ora in Italia grazie alla piattaforma MYMovies ONE: sarà disponibile gratuitamente dalla mezzanotte di lunedì 12 agosto fino alle 23.59 di lunedì 26 agosto. Si tratta di un prodotto alquanto originale, senza omini verdi ed effetti speciali all’americana, ma un po’ nello stile, ambiguo e misterioso, del rimpianto X-Recordsdata (anche se, meno longevo, non ha superato le due stagioni di sei episodi ciascuna). Benché i personaggi assurdi e ridicoli non manchino (un’anziana immagina gli extraterrestri con l’aspetto di David Bowie; altri di Marlon Brando o Marilyn Monroe), misti a pezzi di repertorio del genere fantascientifico (i cerchi nel grano, il grottesco convegno di ufologia, la setta dei complottisti, l’esplosione di un disco volante, l’agente del KGB…) e le numerose gag siano spesso azzeccate, non siamo di fronte a una parodia. Molti interrogativi restano aperti; soprattutto nell’epilogo della dodicesima puntata, che immaginavamo svolgersi in Groenlandia e invece è ambientato in un lontano Altrove.
Da non perdere il decimo episodio: questo, sì, parodistico. Dove il giovane regista Steven Spielberg ottiene di poter visitare gli uffici del GEPAN, alla ricerca di ispirazione per un sequel di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Le conversazioni con l’infastidito direttore e i suoi funzionari sono del tutto inutili, ma viene in aiuto di Spielberg il bambino di Didier, ispirandogli (come ogni cinefilo riconoscerà) la celebre scena dell’extraterrestre E.T. al telefono.
Da apprezzare l’accurata confezione, decisamente sopra le media delle correnti serie televisive. Fotografate nei colori semi-saturi che erano in uso negli anni Settanta, le scene sono spesso dinamiche e “tagliate” in maniera non convenzionale. La colonna sonora, per la maggior parte firmata dai Thylacine, riesce a sposare senza stridere la musica techno con le be aware di Vivaldi.