‘Sospesi’, a Giffoni Paolo Ruffini con il movie girato a San Patrignano: “Una storia di amore assoluto, quello che ti insegna advert amare te stesso”

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Un movie con quattro storie, numerosi protagonisti, 800 comparse, 17 location, diretto e interpretato solo dai ragazzi e dalle ragazze di San Patrignano, per un totale di oltre 330 ciak battuti in bianco e nero come deciso da loro stessi. Si tratta di Sospesi, che Paolo Ruffini ha presentato al Competition di Giffoni definendolo una cosa “necessaria decisiva fondamentale urgente straordinaria strepitosa inaspettata”, non un documentario sulla comunità né un movie sulle dipendenze. Il movie è stato realizzato con e per il Giffoni all’interno di San Patrignano nel progetto SanPa Cine Lab, laboratorio di cinematografia sperimentale che Ruffini dirige nella comunità, definendosi oggi “emozionato e commosso” davanti ai giffoner ai quali annuncia l’intenzione di di far diventare Sospesi (prodotto da Vera Movie e San Patrignano, in collaborazione con Giffoni e Morgana Studio) una serie.

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Il movie si concentra su quattro storie che ruotano attorno al concetto della sospensione dell’amore, come momentaneamente sospesa è la vita all’interno della comunità, e della comunità fanno vivere tutti i luoghi: l’immensa sala da pranzo, la lavanderia, il canile, il deposito del fieno, e ancora, le vigne, gli allevamenti, il laboratorio delle decorazioni, il palazzetto per l’equitazione, la piscina semiolimpionica, il teatro.

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Un progetto che ha dato tanto a tutti: “A me per primo – cube Ruffini – perché mi ha fatto ritrovare l’amore per il mio lavoro che avevo un po’ perso e poi a tutti i partecipanti che, ripeto, sono tutti della comunità e che hanno ricoperto tutte le determine professionali della filiera produttiva, dalla regia alla fotografia, dalla produzione alla recitazione, fino al trucco e ai costumi. Il direttore fotografia del corto si chiama Valentino, è un ragazzo di vent’anni che vive qua. In altri ambiti, prima di muovere la macchina da presa passano due anni. Qui è successo tutto in pochi giorni. E questa cosa, combinata con una serie di alchimie che esistono solo a San Patrignano, ha reso possibile la magia”.

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Ruffini sul set di ‘Sospesi’ 

Ricorda Ruffini: “Ho messo piede in comunità per la prima volta dieci anni fa e ho sentito una forza energetica enorme. È difficile entrare in quel posto perché deve rimanere un posto chiuso, recintato ma quando sono stato dentro ho capito che San Patrignano, come tante cose belle, non ha bisogno che tu ti faccia delle domande. Ha bisogno che tu lo accolga e che non ti chieda cosa e perché. Se tu lo fai, capisci che in quel luogo ci sono persone che sono scivolate in una fragilità e lì dentro cercano un recupero”.

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Negli anni, racconta Ruffini, è nata la folla concept di costruire un laboratorio di cinema a San Patrignano: “Insomma ho pensato che del resto gli artisti non è che tutti quanti lavorano in banca e hanno una vita o una famiglia da spot. E da gennaio a giugno sono andato a fare un laboratorio di cinema. Avevo una classe di 28 persone che vanno dai 17 ai 60 anni, divisi in attori e pensatori e i pensatori poi sono diventati sceneggiatori e registi. Abbiamo poi deciso di fare un saggio e un corto ma questo corto ci è scappato di mano diventando un piccolo movie e ora è sempre più forte in me l’concept di continuare e farne una serie”.

Ruffini tiene poi a chiarire che non si tratta di un movie d’amore ma sull’amore: “Parla di un amore assoluto, un amore che cube solo: ‘Io ti amo così tanto da farti reimparare advert amare te stesso’. Un amore che non ti chiede niente in cambio, che ti aspetta, che è incondizionato, anche se sbagli, vai through o cadi in tentazione. Direi l’amore di Dio o ancora meglio di quello di una madre. Io nell’aldilà spero di trovare l’amore di mia madre, anche perché Dio ha tanti figli, la madre solo i suoi… Per tutto il resto c’è Temptation Island ma è una cosa molto diversa…”, cube scherzando. “Qui i ragazzi – conclude – hanno deciso di parlare dell’amore per se stessi perché lì le persone vanno per reinnamorarsi di se stessi, e ritrovarsi”.

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