Sono solo le prime immagini, accompagnate dalla voce di Arisa, ma bastano a commuovere, toccare profondamente i ragazzi e gli adulti del Pageant di Giffoni. Il ragazzo dai pantaloni rosa è diventato un movie, diretto da Margherita Ferri, racconta la storia di Andrea Spezzacatena, che tre giorni dopo aver festeggiato il quindicesimo compleanno si toglie la vita. Period il 20 novembre del 2012.
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La madre Teresa, con cui il ragazzo aveva condiviso la password, entra e scopre la pagina Fb che i bulli avevano aperto per sbeffeggiare Andrea. Una pagina che si intitolava Il ragazzo con i pantaloni rosa. Tutto period nato perché la madre aveva lavato i pantaloni rossi che aveva regalato al figlio, la stoffa si period stinta, erano diventati rosa ma Andrea, come succede agli adolescenti non ossessionati dall’immagine, li aveva indossati lo stesso, per andare a scuola.
La madre rende la sua vita una missione, incontra i ragazzi a scuola, racconta che significa quando le parole fanno male. La violenza delle parole e la sua conseguenza. È considerato il primo caso di cyberbullismo, poi ce ne sono stati tanti altri. Al Pageant accompagnano queste prima immagini il produttore sceneggiatore Roberto Proia, Claudia Pandolfi, che interpreta la madre Teresa, Samuele Carrino che è Andrea, Sara Ciocca interpreta la migliore amica di Andrea. Il movie uscirà in sala il dieci ottobre con Eagle. Teresa Manes – che negli anni ha ricevuto la nomina di Cavaliere dal presidente Mattarella per il suo impegno – sostiene che quel che ha ucciso Andrea è il silenzio: degli insegnanti, della classe, il suo: quello di un adolescente travolto dalla sua fragilità che si fa carico di una frattura importante anziché condividerla con il prossimo. Ha voluto incontrare i ragazzi di Giffoni.
‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’, la vera storia di Andrea – trailer
“La vita ci porta a fare delle scelte. Dopo quell’evento tragico, il suicidio di mio figlio, potevo scegliere se morire pure io, fare del mio letto una cuccia di dolore o prenderlo e trasformarlo in energia e farne qualcosa di buono. Ci sono tante cose che potrei dire in questo momento: abbattete il muro del silenzio, dei compagni, dei genitori, il suo, questo ha abbattuto Andrea. Essere consapevoli che le parole possono ferire, diventare pietre, ma anche costruire. Con le pietre dalle macerie del dolore dopo 12 anni si arriva, con l’aiuto di Roberto, degli attori, a fare qualcosa un’opera di sensibilizzazione sociale per toccare le coscienze e i cuori perché dal cuore poi si arriva alla testa”.
Come si trasforma tutto questo in un movie? “È stato complesso – racconta Proia – ho sentito forte responsabilità come pure tutti noi. È stato un set responsabile, un’occasione eccezionale, che poteva diventare minaccia o opportunità. Volevamo esser fedeli alla storia e non giudicanti, non disegnare i cattivi in bianco e nero. Volevamo parlare a tanti, tra cui i bulli che spesso sono inconsapevoli. Far capire che la stessa parola può provocare reazioni numerous. Per entrare nel mondo di Andrea non bastavano web o il libro di Teresa Manes. Period Teresa stessa che doveva aprirci il suo cuore. È stato un viaggio complesso, a tappe, sedute quasi psicanalitiche in cui e abbiamo piano e riso. E siamo entrati nella mente di Andrea. Finita la sceneggiatura è stato doloroso lasciarlo andare. Teresa è stata la prima persona e leggere la sceneggiatura e approvarla”.
Claudia Pandolfi racconta la complessità di confrontarsi con una storia vera e un personaggio vivente, in un perimetro così delicato. “Ci incontriamo ancora con Teresa ed è sempre speciale, si è creato un rapporto intenso tra noi. La sfida del movie non period tecnica ma emotiva e ho fatto fatica a gestirla e lo faccio ancora ora. La responsabilità me la sento addosso. È una storia che abbiamo tutti abbracciato, in modo importante. Il set è sempre una bolla, ma qui ho visto un amore che non ho mai incontrato. E questo mi ha commosso, è la lezione più importante che mi ha dato Teresa, la sua storia che ha saputo trasformare in modo generoso verso gli altri, non so se io avrei saputo fare altrettanto. C’è solo da imparare da lei. Tutti i movie sono importanti per me ma sul fronte umano sono tre, quattro advert aver lasciato un segno profondo. E questo è uno dei quattro”.
È il momento di Samuele Carrino: “Io interpreto Andrea, sento la responsabilità e il messaggio nel movie per me è rompere il silenzio, perché si possa aiutarci gli uni con gli altri. Bullismo e cyberbullismo ti perseguitano ovunque e la soluzione è sempre parlarne con qualcuno”. Perché, spiega Claudia Pandolfi, “non esiste solo il bullo manifesto, che attacca in modo esplicito e visibile, ma quanti di noi sarebbero in grado di difendere chi viene attaccato? Quando si crea il clima cameratesco nel male è distruttivo, immagino che Andrea si sia sentito solo al mondo per questo, tanti aderivano a questa cosa anche senza attaccarlo direttamente”.
Sara Ciocca, che interpreta la migliore amica di Andrea, cube del suo personaggio: “Lei è l’anima che lo sostiene, un faro nella vita. Io e Andrea nel movie siamo amici, c’è il nostro amore, la nostra amicizia, la nostra purezza. Ho percepito l’onestà del personaggio, una piccola luce. Lo accetta anche per la sua disagevole presenza, ed è per questo che sono amici, si vogliono bene perché sono singolari, uniti. Persone che si riconoscono per non essersi omologate ai bulli, che sono ancora più fragili delle vittime: la loro unica arma è la violenza. Si combatte con la cultura, che costruisce la sensibilità comportamentale, significa diventare vere persone e cittadini. Il messaggio del movie è di non celare nulla dentro di noi, no al silenzio, sì, invece, alla cultura e alla educazione”.
Una giovane giurata di Giffoni, Giorgia, arriva sotto il palco, parla con la voce tremante “se c’è una sola persona in questa sala, che ha anche solo una volta pensato a una cosa del genere, come quella che fa Andrea dico: parlare aiuta. Ma se non ce l’hai una persona con cui parlare, ho imparato che aiuta parlare anche da soli”. “È un movie – prosegue tra gli applausi – che a prescindere dal contenuto tecnico sarà comunque stupendo perché racconta una storia che ha il diritto di non essere dimenticata”. Claudia Pandolfi scende dal palco va advert abbracciarla: “Hai trovato una grande forza, quella di parlare. Mi sento piccola in questo momento, siamo solo attori che hanno fatto un movie ma la cosa ti è arrivata in modo forte, ci hai mostrato qualcosa di importante: complimenti per il coraggio”. Si aggiunge Teresa Manes: ”Giorgia ha confermato la potenza del movie. Da dodici anni vado nelle scuole, ma so che questo movie potrà fare qualcosa di grande, arrivare a un pubblico grande”.
Ricordando il set, Claudia Pandolfi si commuove fino alle lacrime: “Lo stato emotivo, nel caso di questo movie, è prepotente, non puoi che metterlo nelle cose, la mia partecipazione alla storia. Ho vissuto questo movie da madre, da attrice, da lettrice della storia. Non avrei voluto piangere, ma non è facile parlare di questo movie. Anche se è bellissimo: sono grata di averlo fatto, per me ha un valore altissimo. Da madre racconta come cerchi di seguire tuo figlio, stando ai margini. Quando entra in casa cube ‘tutto bene’ e si chiude in digicam e non sai se sta bene davvero. È un grande on line casino essere madri”. La canzone Canta ancora è un inedito di Arisa, l’aveva scritta per la madre, l’ha regalata al movie.
