Paolo Sorrentino al Pageant di Giffoni: “Le emozioni richiedono tempo: meno Instagram, più libri e movie”

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La giovinezza di Paolo Sorrentino. Al Pageant di Giffoni e ai giovani giurati il cineasta, consegna alcune immagini del suo Parthenope, dopo il debutto mondiale allo scorso Cannes: “E’ un movie su cosa significa esser giovani e ho scelto Giffoni per arrivare a tutti i giovani”, racconta in collegamento. In missione per conto di Parthenope ha mandato i tre giovani e talentuosi protagonisti, Celeste Dalla Porta, Dario Aita, Daniele Rienzo. E’ un assaggio del movie, in attesa dell’arrivo in sala il 28 ottobre, preceduto da alcune speciali anteprime il 19 settembre. “Essere giovani è una grande responsabilità – cube Sorrentino – perché quando è un momento in cui si sta costruendo il futuro e al tempo stesso il proprio passato: ciò che ricorderemo nella maniera più vivida, malinconica, luminosa e raggiante.”

Paolo Sorrentino: “La bellezza è anche deformità, mostruosità. Il talento? Sapersi creare una realtà parallela”

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Ci sono dei momenti in cui si vive la gioventù non pensando al futuro o al passato: “A voi ragazzi auguro di vivere il più possibile quei momenti in cui il presente accade e basta, in cui come diceva Sandro Penna si è talmente vivi che così vivi non si può. Una sensazione di amore, un presente che non ti mette più contro ai legami che il futuro costruisce”. Rispondendo alle domande dei giffoner sulle tematiche della sua poetica, il premio Oscar, 54 anni, commenta: “Faccio movie su ciò che non conosco, su ciò di cui sono sprovveduto” e parlando ancora di Parthenope aggiunge: “Io non conosco bene né Napoli né la donna. E mi sono accorto di questo, pur avendo vissuto la maggior parte della mia vita a Napoli e pur avendo trascorso larga parte della mia vita a pensare alle donne. E quindi ho detto, perché non fare un movie sulle donne, e su Napoli?”.

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La protagonista di ‘Parthenope’, Celeste Dalla Porta (ansa)

Tante le domande dei ragazzi, sul mestiere del cinema e sulla modalità di creazione della sua arte: “Lavoro sempre per cercare di fare quello che non riuscirò mai a fare – ammette Sorrentino – ovvero un capolavoro”. Se il mestiere del regista è difficile, non lo è da meno quello degli attori. “C’è un equivoco sugli attori, si parla spesso di “bravi attori” ma il fatto che l’attore sia bravo è irrilevante. Per fare l’attore devi disfarti di te stesso, ed è molto difficile. La maggior parte degli attori è concentrata su se stessa, sulle proprie capacità. E questo spiega perché nel mondo gli attori sono otto, dieci. Tutti gli altri navigano a vista”.

Non mancano i consigli di vita “Le emozioni fondanti si vivono in tempi lunghi, invece viviamo in un’period di emozioni che durano lo spazio di un attimo. Vi consiglio meno storie su Instagram e più libri e più movie”. Nel confronto con la sua precedente opera ‘È stata la mano di Dio’, pur raccontando entrambe Napoli, il Premio Oscar spiega una differenza sostanziale “‘Parthenope’ racconta della mia vita sognata da giovane, mentre in È stata la mano di Dio c’period la mia vita vissuta”.

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