Sul grande schermo del Teatro Antico i campi di grano dell’Oklahoma, le cittadine spazzate by way of dai twister, dimostrazione terribile della potenza della natura. Poco distante, nel cielo di Taormina, lo sbuffo rosso dell’Etna, illuminato da una luna quasi rotonda, ci ricorda di come questa terra sia abituata a convivere con la minaccia costante.
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Grande spettacolo estivo, l’anteprima di Twisters al Taormina Movie Pageant e in sala il 17 luglio con Warner Bros.. Due ore abbondanti per il ritorno di uno dei catastrofici anni Novanta: progettato come un video realistico di pochi secondi, un camion su strada e un twister, per fare il punto sugli effetti digitali dell’epoca, divenne uno dei movie cult, Tornado, di Jan de Bont, 1996, arrivato insieme a Independence Day di Roland Emmerich e tre anni dopo Jurassic Park di Spielberg. Nella scena iniziale, nell’occhio di un uragano, si ritrovava la protagonista Helen Hunt, che dopo il trauma sarebbe diventata meteorologa.
Il nuovo movie ha come protagonista la tormentata Kate, Daisy Edgar-Jones (La ragazza della palude), che all’inizio è una giovanissima cacciatrice di twister e di fondi per sperimentare una sua teoria per “spegnerli” coinvolta in un incidente terrificante. Quando la ritroviamo, cinque anni dopo, ha lasciato l’Oklahoma e fa un lavoro d’ufficio a New York. Qui la scova l’amico Javi (il sempre ottimo Anthony Ramos) che nel frattempo ha messo su un crew superattrezzato e sponsorizzato. Le chiede una settimana per aiutarlo a testare un nuovo sistema di tracciamenti, mentre si annuncia una ondata di twister che minaccia di fare moltissime vittime.
Qui entra in scena Tyler (il Glen Powell di High gun: Maverick), uno youtuber survoltato che si fa chiamare “il domatore di twister”, e con una banda di entusiasti s’avventurano verso questi pericolosi fenomeni naturali, con bravate a favore di videocamera, come quando lanciano fuochi d’artificio dentro l’occhio di un twister. I due gruppi rivali, e i due protagonisti, fanno scintille. Dopo una serie di piccoli colpi di scena – le cose non stanno come sembrano sul versante buoni e cattivi, attivisti volontari e imprenditori senza scrupoli – lo youtuber e la “ragazza di città” uniscono le forze. Il risultato è un piacevole blockbuster estivo che non eguaglia la forza dell’originale, ma propone un alto tasso di spettacolarità: le scene con i twister sono più brutali, pericolose e intense che nel movie originale. È un movie che punta meno sul classic e più su un pubblico di nuova generazione.
A dirigerlo è il candidato all’Oscar per Minari, il coreano-americano Lee Isaac Chung, al suo attivo nel genere motion solo un episodio della terza stagione di The mandalorian, che ha avuto l’ottima concept di filmare in 35mm, spendendo 200 milioni anche per dare un senso realistico all’arrivo e alle distruzioni dei twister, e della devastazione di detriti e vite umane che lascia dietro di sé. Pur restando nel perimetro del popcorn film, il movie punta sulla chimica dei protagonisti per tenere dentro un tono da commedia, del resto anche il primo Tornado period un remake parziale di La signora Venerdì (nella dinamica tra Invoice Paxton e Helen Hunt). Stavolta la battuta tormentone è “in the event you really feel it, chase it”. Se lo senti, inseguilo. Non vale solo per le trombe d’aria.
