Alfonso Cuarón, Pardo d’oro a Locarno. Dei suoi movie cube: “Sono come le ex mogli, li ho amati ma non voglio più vederli”

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Al regista messicano due volte premio Oscar con Gravity e Roma (altre due statuette per fotografia e montaggio), Alfonso Cuarón verrà assegnato il Pardo d’oro, il premio alla carriera del pageant di Locarno.


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Sessantadue anni, nove movie da regista, una carriera ricchissima da produttore (è stato lui a produrre il corto nominato agli Oscar di Alice Rohrwacher, Pupille), un’adorazione per il cinema italiano e i suoi maestri, una passione per Checco Zalone, Cuarón è un regista fuori dagli schemi, capace di spaziare tra generi diversissimi e ricco di ironia. In una divertente lezione di cinema tenuta a Cannes qualche anno fa aveva raccontato: “per i miei amici i movie sono come figli da vedere crescere, per me invece sono come ex mogli: l’ho amati, loro hanno amato me ma adesso preferisco non incontrarli più”.

Cannes, Alfonso Cuaron: “I movie per me sono come ex mogli, li ho amati ma non voglio più rivederli”

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Grazie a una produzione che spazia dai titoli messicani low funds ai blockbuster hollywoodiani, da adattamenti come Grandi speranze (1998), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004) – che lui voleva rifiutare e fu il suo amico Del Toro a convincerlo – e I figli degli uomini (2006) a classici moderni audaci e delicati come Y tu mama también – Anche tua madre (2001), il vincitore di sette Oscar Gravity (2013) con Sandra Bullock e George Clooney e Roma (2018) il suo movie più personale, Alfonso Cuarón incarna il più puro spirito camaleontico di un artista contemporaneo capace di affrontare qualunque sfida. E in autunno vedremo la sua prima serie television Disclaimer – La vita perfetta con Cate Blanchett, che segnerà il ritorno alla television dove tutto è cominciato.

Cannes, Alfonso Cuaron: “I movie per me sono come ex mogli, li ho amati ma non voglio più rivederli”

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“All’inizio della mia carriera ho fatto di tutto, dal microfonista all’assistente di regia, ho avuto il mio primo figlio a vent’anni per cui il mio primo pensiero fin dall’inizio è stato quello di guadagnare abbastanza per sostenere la mia famiglia – ha raccontato a Cannes alcuni anni fa – con il mio amico Emmanuel Lubezki, che noi tutti chiamiamo Chivo (tre Oscar consecutivi per la fotografia, due per movie di Inarritu e uno di Cuarón, ndr) abbiamo iniziato a fare cinema con tanta insicurezza, rincorrendo uno stile visivo che ci ingabbiava. Solo col tempo poi abbiamo capito come trovare la nostra strada”.

Il Lifetime Achievement Award, il riconoscimento che il Locarno Movie Competition dedica a personalità del cinema dalla carriera straordinaria, verrà consegnato domenica 11 agosto in Piazza Grande. Lo stesso giorno, Cuarón prenderà parte a una conversazione aperta al pubblico che si terrà presso il Discussion board @Spazio Cinema. Il direttore del pageant Giona A. Nazzaro ha dichiarato: “Alfonso Cuarón è un costruttore di immaginari mobili e liberi. Grazie a uno spirito di sperimentatore visionario intrecciato con il respiro dei grandi romanzieri popolari ha saputo toccare la fantasia e il cuore di milioni di spettatori, offrendo loro quella pedagogia dello stupore che lui aveva vissuto da bambino e adolescente crescendo all’ombra del grande cinema messicano”.

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D’altronde Cuarón è stato folgorato dal nostro cinema. “Il cinema italiano è entrato nella mia vita una sera che avevo sette, otto anni e mio cugino è venuto a dormire da me. I miei genitori erano andati a una festa e noi potevamo guardare i programmi da adulti, in televisione davano Ladri di bicicletta, abbiamo pensato ‘questo è un movie d’azione’. L’amore per il cinema c’è stato da sempre, da tutta la mia vita ma quando ho visto Ladri di biciclette mi sono reso conto della potenza, mi sono confrontato con un cinema diverso, mi ha dato una curiosità differente”.

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