Fofana Amara, il vero protagonista di ‘Io Capitano’: “Mia figlia ha quattro anni, quando vedrà il movie capirà la storia di suo padre”

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PARIGI – L’omaggio a Marcello Mastroianni e un caldo applauso a Fofana Amara, il vero protagonista della storia del viaggio di due giovanissimi migranti dal Senegal all’Italia raccontata in Io Capitano di Matteo Garrone, a cui è stato assegnato Prix Palatine dagli studenti francesi. L’Istituto italiano di Cultura a Parigi ha ospitato una serata anteprima della Festa del gemellaggio Roma-Parigi, il Pageant Dolcevita-sur-Seine (12-16 luglio), Arènes de Lutèce, Quartiere latino.

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Fofana, che oggi ha venticinque anni è arrivato dal Belgio, dove vive da quattro anni. “Mi sono trasferito per amore, quando mi sono diplomato a Catania la vita non andava come avevo immaginato. E così quando l’amore è arrivato ho cambiato città. Lavoro all’aeroporto di Liegi”. Dell’Italia gli manca “la cultura, il cibo, la simpatia della gente”. Ma con Matteo Garrone “ci sentiamo sempre”. Sono felice e contento che oggi il mondo conosce la verità sulla nostra storia, per i telegiornali europei siamo numeri – 10mila sbarchi, ventimila sbarchi – non sono abituati a vedere i racconti sulle traversie che noi attraversiamo per arrivare in Italia. Sono stato felice che il movie abbia coinvolto così tanto i giovani, gli studenti, aiutandoli a capire bene come funziona il fenomeno”.

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ll movie finisce sulla scena e sulla frase pronunciata nella realtà da Fofana. All’epoca il ragazzo guineano aveva quindici anni: affidò alla Guardia Costiera le duecentocinquanta persone – quindici bimbi e neonati, 25 donne – che aveva guidato nel Mediterraneo, costretto dai trafficanti libici a un’impresa disperata. Ma, all’arrivo, gli agenti lo arrestano come scafista, e viene trasportato nel carcere di Cavadonna, Siracusa, tra criminali maggiorenni. Qui trascorre due mesi, prima che qualcuno si interessi di lui. Compreso che è minorenne, lo liberano, mettendolo semplicemente alla porta. Grazie a un amico conosciuto in carcere va a Catania, inizia una nuova vita, approda nella comunità di accoglienza dei minori. Quando Matteo Garrone lo va a cercare per raccontare la sua storia, è diffidente. “La prima volta che abbiamo parlato non ero sicuro, avevo paura che facessero come gli americani, che prendono una storia vera, la modificano, usano, edulcorano. Ma ho visto i movie precedenti Matteo, Gomorra, Pinocchio, e ho capito che è un artista che non ha paura di affrontare situazioni complesse, che il suo approccio period autentico. E così è nata la fiducia nei suoi confronti. Che è aumentata perché ogni volta che Matteo aveva bisogno di confrontarsi parlava direttamente con me. Avrebbe potuto usare qualunque altro, ma voleva la mia versione, ha sempre ascoltato con attenzione e pazienza”.

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Il vero viaggio di Fofana è stato ancora più difficile e brutale, le torture, gli stupri. “All’inizio non capivo perché Matteo volesse mettere un limite alla violenza raccontata, poi ho capito che la sua capacità di farne un racconto poetico ha dato ancora più forza al movie, che mi ha profondamente commosso”. Questo movie gli ha restituito un po’ della fiducia negli artisti, negli altri? “Ci sono stati incontri che mi hanno aiutato. Quello con Matteo è arrivato quando io non mi fidavo più dell’umanità. Quando sono uscito dalla prigione siciliana ero completamente senza fiducia. Questo movie è diventato un fenomeno mondiale, che racconta non di me ma di noi, della nostra storia, aiuterà tante persone come me, e spero anche mia figlia di quattro anni vedendo la storia del movie un giorno capirà come suo padre è arrivato in Europa. Anche in Italia ci sono tantissime persone che sono contro l’immigrazione ma non sono cattive, semplicemente non sanno la verità, quello che serve è scoprire la verità, le vite, le storie, l’umanità degli altri, per riconoscerle”.

‘Io capitano’, il nuovo movie di Garrone nell’inferno della Libia

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La rassegna del Gemellaggio scorre parallela in Francia e a Roma: alla Casa del Cinema, Villa Borghese, “Nouvelle Obscure sul Tevere”. Nel programma di Parigi l’esposizione di fotografia Whats up, César! (Cineteca nazionale) dei più celebri “peplum” e proiezione de Il colosso di Rodi. Apertura omaggio a Mastroianni, proiezione di Una giornata particolare, seguita da una retrospettiva di 5 movie, organizzata con Cinecittà.

Il 15 proiezione-maratona de La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. Il competition è sostenuto da Italian Screens, il programma di promozione del cinema italiano all’estero organizzato dall’Ufficio progetti speciali della Direzione cinema del MIC. A Roma il ricordo di François Truffaut a 40 anni dalla scomparsa, con la proiezione di Finalmente Domenica!. Anteprima Stella est amoureuse (Stella è innamorata), della regista Sylvie Verheyde. E poi l’ormai tradizionale l’appuntamento con Ristretto, concorso dei migliori corti degli studenti delle due grandi scuole di cinema di Parigi e Roma, la Fémis e il Csc. Presidente della Giuria binazionale Paolo Giordano, premiazione il 15 luglio a Villa Medici.

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