Fela – Il mio dio vivente, on-line su MYmovies la storia di un mistero inafferrabile e irresistibile

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Come si può costruire la biografia di un personaggio bigger than life come Fela Kuti? Proprio come ha fatto Daniele Vicari, verrebbe da dire. Quando la realtà è talmente incredibile da non essere rappresentabile, meglio raccontare la percezione della stessa, il suo lascito, il mito che la circonda, mediando la narrazione attraverso un duplice livello di astrazione.

Fela – Il mio dio viventeda oggi in streaming su MYmovies ONE – non è la biografia di Fela. E non è neppure la biografia di Michele Avantario, ossia di colui che cercò di girare un movie su Kuti senza riuscirci. Il movie di Vicari è tutte queste cose insieme: è il racconto di un nulla di fatto, attorno a cui ruotano vite così ricche e variegate da essere inafferrabili, leggende del mondo di ieri, quando ancora c’period spazio per segreti e misteri inesplicabili.

Ma chi sono Fela e Michele? Fela Kuti è un musicista nigeriano unico, l’inventore dell’afrobeat e autore di più di cento dischi irresistibili. Una macchina da groove degna di James Brown, che per l’Africa nera è divenuto simbolo di rivolta e risveglio delle coscienze, assurgendo a figura quasi sciamanica per la gente di Lagos. Inviso al governo nigeriano e ai servizi segreti occidentali, Fela è sempre stato un coacervo di contraddizioni, poligamo e difensore dei diritti civili, padrone assoluto di una comunità-stato – la “repubblica” di Kalakuta – ma sedicente socialista e libertario. In ogni caso maggiore della somma delle sue (innumerevoli) parti.

Al punto che Avantario per lui perse la testa, fino a lasciare un lavoro redditizio come video editor in Rai per seguire Fela in Nigeria e cercare di convincerlo a lasciarsi immortalare in un movie biografico. Pur restando amico fraterno e guru di Avantario, Fela si rifiuterà ostinatamente di partecipare al movie, ostacolandone la realizzazione fino all’ultimo.

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Fela – Il mio dio vivente (Documentario – Italia, 2023, 90’) è la testimonianza inedita di un artista eclettico e controverso e dell’uomo che voleva raccontarne l’unicità. 

Dopo la scomparsa di entrambi – Fela nel 1997, Avantario nel 2003 – tutto quel materiale raccolto assume una forma nuova nelle mani di Vicari. A tratti sembra di risalire il fiume di Apocalypse Now (guarda la video recensione), con Fela nei panni del colonnello Kurtz e Avantario in quelli del fotografo adorante, interpretato da Dennis Hopper.

Ai pensieri e alle parole di Michele dà voce Claudio Santamaria e l’utilizzo di un attore agevola l’espressività e la straordinarietà dello stream of consciousness di Avantario. Nella cascata di ricordi si ripercorre anche l’irripetibile property romana di Renato Nicolini, i concerti che Fela tenne a Roma dove conobbe anche il carcere per possesso di marijuana.

Quello assemblato da Daniele Vicari è un viaggio indimenticabile, sia per chi è già caduto vittima dell’incantesimo sciamanico di Kuti, come lo stesso Avantario, sia per chi è destinato a scoprire un artista-mondo e a rivedere quindi le proprie priorità. Perché una volta che si è entrati in contatto con il “dio vivente” non c’è scampo: si può solo seguire la corrente del suo ininterrotto flusso di suoni, danze e vita, per avvicinarsi a un mistero inafferrabile e impossibile da ingabbiare con una macchina da presa.

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