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“Puoi disegnare un razzista, complottista, antisemita, che allo stesso tempo è genuinamente gentile. È l’ambiguità del male”, così François Cluzet, il protagonista di Quasi amici, ha descritto il personaggio dalla voce calma e dolce, ma non per questo meno inquietante, interpretato nel thriller del 2021 di Philippe Le Guay. Un’ombra sulla verità è il movie del nuovo appuntamento con “Il lunedì del cinema”, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra Repubblica e MyMovies che mette a disposizione degli utenti una sala cinematografica virtuale, e gratuita, nella quale assistere a una selezione ricercata di movie dall’offerta streaming di MyMovies, disponibili ogni lunedì dalle 20 fino a mezzanotte.

“Un’ombra sulla verità” per Il lunedì del cinema

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L’iscrizione a “Il lunedì del cinema” non richiede carta di credito, tuttavia è possibile accedere all’intera library di MYmovies One (oltre mille titoli sempre disponibili) con un abbonamento da € 2,90 al mese — ora in promozione per i primi 12 mesi a solo € 1 al mese. Un’ombra sulla verità sarà disponibile in streaming lunedì 1° luglio dalle 20 a mezzanotte e fruibile sia da net che da pill, smartphone e sensible television. Per accedere al movie basta attivare un’iscrizione gratuita a MYmovies One (dal sito www.mymovies.it) e prenotare un posto.

François Cluzet ha costruito il personaggio di Jacques Fonzic, un insegnante di storia in pensione dai modi gentili che acquista la cantina venduta da Hélène e Simon, interpretati da Jérémie Renier e Bérénice Bejo. La cantina si trova all’interno del palazzo di Parigi in cui la coppia vive insieme alla figlia adolescente e, solo dopo esserne entrato in possesso, Fonzic si rivela un razzista e negazionista dell’Olocausto, che in quel piccolo spazio determine di stabilirsi, sconvolgendo le vite di tutti gli inquilini della palazzina.

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Un forged di stelle del cinema francese per un movie che racconta le ambiguità e i segreti della società borghese contemporanea. Are available Le donne del 6° piano del 2011, il regista e sceneggiatore Philippe Le Guay ha usato un edificio di Parigi per rappresentare il Paese intero, non solo perché nell’elegante palazzo vivono persone di diversa origine e credo (Simon è ebreo, Hélène cattolica, la portiera è vietnamita, il proprietario del bar accanto è arabo), specchio di una società multietnica, ma anche perché le dinamiche che si creano tra gli inquilini rappresentano le tensioni che frequentemente si ritrovano in tutta la Francia e non solo.

Le Guay si è ispirato a un fatto realmente accaduto a dei suoi amici per parlare di temi che gli spettatori sentono vicini. “Le persone sono colpite dall’enigma del male quotidiano che racconto”, ha dichiarato advert Ansa. “Ci siamo resi conto – ha continuato il regista – ancora di più con i negazionisti del covid quanto ormai faccia parte del nostro paesaggio quotidiano venire a contatto con chi, soprattutto sul net, mente, distrugge o si fa ingannare. È un delirio che si diffonde come un virus, se il movie può aiutare a comprendere meglio questo tipo di tematiche penso che abbia una sua utilità”.

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