Piotta, nella polemica con il Premio Tenco interviene la Crusca: “Il cantante ha ragione”. La reproduction: “Solo un brano su undici è in romanesco”

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“Ha ragione Piotta”. Dopo i messaggi postati sui social da Tommaso Zanello in arte Piotta sui risultati, a sua detta dubbi, delle votazioni per il Premio Tenco e la risposta dei responsabili del premio stesso, arriva il parere dell’Accademia della Crusca.

Secondo il presidente della Crusca, Paolo D’Achille, docente di Linguistica italiana all’Università Roma Tre, “stabilire i confini che separano il dialetto romano dall’italiano è difficile dal momento che il romanesco rispetto alla lingua italiana si trova in una posizione di continuum, cioè non c’è un salto tra lingua e dialetto“.

D’Achille, a proposito della querelle aperta dal rapper romano Piotta dopo che il suo album Na notte infame è stato escluso dalla cinquina del premio Tenco perché “i testi dell’opera non sono scritti e cantati per oltre il 50% in alcun dialetto o lingua minoritaria”. “In questo caso darei ragione a Piotta. Il dialetto romano, infatti, ha delle strutture più vicine all’italiano e ha assunto una toscanizzazione nel Cinquecento”, sottolinea D’Achille che osserva: “Il Membership Tenco ha utilizzato un criterio che, probabilmente, nel caso del romanesco andava temperato“.

“Nel Belli – argomenta il presidente della Crusca – l’aspetto dialettale period dovuto alla grafia che lui dialettizzava molto. In molte situazioni, advert esempio, la doppia ‘zeta’ come pronuncia period tipica anche dell’italiano. Bisogna vedere come vengono scritti i testi delle canzoni ma – ribadisce – darei ragione a Piotta, perché stabilire la percentuale del romanesco e dell’italiano è molto difficile“.

Tanto più “perché molti elementi romani sono stati acquisiti dall’italiano. È difficile dire se una parola è romana perché anche l’italiano se ne è appropriato. Troviamo la parola ‘ammazza’ anche nei dizionari italiani, però non c’è dubbio che sia una parola originariamente locale. I confini tra l’italiano e il romano sono molto esigui perché c’è un continuo passaggio dall’uno altro. È soltanto nell’ambito dell’effettiva pronuncia che percepiamo la romanità”, conclude il linguista.

Anche stavolta arriva puntuale la reproduction dei responsabili del premio: “Il Membership Tenco, in risposta a quanto scritto pubblicamente da Tommaso Zanello, in arte Piotta, in merito alle votazioni delle Targhe Tenco – si legge in un comunicato – ci tiene a specificare che non viene messa in dubbio la rappresentatività della cultura romana nei brani dell’artista, il che non implica che si tratti di un dialetto o lingua minoritaria. A conoscenza dell’autorevole parere di Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, ci teniamo a sottolineare che, anche se è difficile stabilire un confine tra dialetto romano e italiano, a fini pratici un confine deve essere tracciato per poter assegnare le targhe. A maggior ragione perché la categoria “migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia” nasce con lo scopo preciso di valorizzare un patrimonio culturale (linguistico, nello specifico) altrimenti non considerato. Nell’album ‘Na notte infame, un solo brano su undici è in dialetto romanesco (Lella…e poi), sette canzoni sono in italiano normal (Ognuno con un se, Lode a Dio, Ode romana, Io non ho paura, Se se se se, Figli di un temporale, L’amore cos’è) e tre testi (‘Na notte infame, Professore, Serpico) contengono sporadici tratti classificabili come dialettali inseriti all’interno di un testo in italiano”.

“Il regolamento 2024 delle Targhe Tenco – prosegue il comunicato – per “I migliori dischi dell’anno” (il regolamento è pubblico e on-line sul sito del Membership Tenco) recita: «Le sezioni 1, 2 e 4 devono contenere almeno la metà dei brani che siano afferenti alla categoria nella quale concorrono, salvo casi da valutare volta per volta», per cui si ritiene che l’album in questione non abbia i requisiti linguistici per competere nella sezione 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia), essendo la componente dialettale nettamente inferiore al 50% del totale.Si specifica che nella scheda di iscrizione compilata on-line dallo employees dell’artista, l’autocandidatura è stata inserita solo nella categoria 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia) e che nella scheda viene richiesto obbligatoriamente di accettare che chi manda la candidatura è «responsabile della scelta della categoria».

Infine, a tutti i giurati viene specificato per by way of scritta che «la scelta della categoria deve essere conforme al regolamento. Sbagliando categoria si rischia che i voti vengano annullati nella fase di controllo, al termine delle votazioni». Per il Membership Tenco la questione si chiude qui.

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