Paddington è tornato e ora va in Perù e trova Antonio Banderas e Olivia Colman

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La storia di Paddington riparte da dove è iniziata: il Perù. L’orsetto creato dalla penna e dall’immaginazione dell’inglese Michael Bond, cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy e poi sbarcato a Londra come un qualunque clandestino, è pronto a tornare alla sua patria natia.


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Arriverà nei cinema il 15 gennaio Paddington in Perù, il terzo capitolo della saga in stay motion che ha per protagonista l’orso pasticcione innamorato della marmellata d’arancia e della famiglia che lo ha accolto: i Brown. In questa nuova avventura, che arriva sette anni dopo Paddington 2, l’orso insieme alla sua famiglia adottiva parte per far visita all’amata zia Lucy, che ora vive nella “casa per orsi in pensione”. Quando arriva però là viene a scoprire che la zia è partita per un viaggio nella foresta amazzonica, accompagnato dai Brown al completo, dall’avventuriero Hunter Cabot (interpretato da Antonio Banderas) e dalla Reverenda madre Olivia Colman, vivrà avventure entusiasmanti.

Paddington nato alla vigilia di Natale sullo scaffale di un grande magazzino

L’orsetto è nato alla vigilia di Natale del 1956. Michael Bond, un operatore della BBC, entrava in un grande magazzino londinese per gli ultimi acquisti e vedeva, ultimo su uno scaffale, un piccolo peluche di orso. Decideva di acquistarlo come regalo natalizio alla moglie per non lasciarlo solo a trascorrere le feste in un negozio chiuso. All’epoca viveva non lontano dalla stazione Paddington e pensò che fosse un nome perfetto per un orsetto in arrivo dal Perù. Dieci giorni dopo Natale Michael Bond aveva scritto il suo primo racconto che fu pubblicato un anno e mezzo dopo da William Collins & Sons (ora Harper Collins) e che divenne il primo di una lunga, lunghissima serie.

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Karen Jankel con il padre Michael Bond (morto nel 2017) Crediti fotografici Terry Harris 

L’infanzia da sfollato e l’accoglienza dei piccoli ebrei

Fin dal primo libro A Bear Referred to as Paddington, (L’orso del Perù) Michael Bond ha preso ispirazione per il suo personaggio dalle esperienze sue e della sua famiglia. E per il cucciolo, che arriva alla stazione dei treni da cui poi prende il nome con un cartello attaccato al collo che recita “Per favore prendetevi cura di questo orsetto”, Bond si è ispirato alla sua esperienza di adolescente negli anni della Seconda guerra mondiale, quando i bambini venivano affidati agli sconosciuti purché li portassero fuori Londra per scampare le bombe naziste. Inoltre la famiglia dell’autore, che viveva nella cittadina di Studying, a una sessantina di chilometri dalla capitale, prese in casa due ragazzi ebrei di nove e dieci anni insegnando a Michael quei valori di accoglienza e solidarietà che poi – diventato adulto – ha comunicato ai suoi figli e ai milioni di lettori sparsi nel mondo. “Mio padre è nato nel 1926, quando la seconda guerra mondiale è scoppiata period ancora piuttosto giovane e appena l’età glielo ha permesso si è arruolato nell’esercito e nell’aviazione – racconta Karen – Ma i suoi ricordi più forti riguardavano proprio l’evacuazione dei civili e l’immagine di tutti questi ragazzini alla stazione; l’concept dell’orsetto con la valigia e il cartellino arriva proprio da lì. Sono storie con cui io e mio fratello siamo cresciuti”.

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Le avventure di Paddington sono quelle dei figli dell’autore

D’altronde i due figli di Bond sono stati veri e propri ispiratori per l’autore inglese nel trovare sempre nuove storie per l’orsetto venuto dal Perù. “Ci sono molte cose che mi sono capitate da bambina e che poi in un modo o in un altro sono finite nei libri di mio padre – cube Karen – Per esempio quando ho imparato advert andare a cavallo anche Paddington è entrato per la prima volta dentro un paddock o quando ho preso la patente anche Paddington si è trovato al volante di un’auto… certo a me le cose sono andate molto meglio, se non altro riuscivo a raggiungere i pedali con i piedi”.

Le novità di questo terzo capitolo

A parte la grande novità della location, non più Londra ma la foresta amazzonica, il nuovo movie presenta anche altre differenze. Intanto della famiglia Brown tornano Hugh Bonneville, nei panni del signor Brown, Julie Walters in quelli della tata Mrs Chook, i ragazzi ormai cresciuti Madeleine Harris e Samuel Joslin, mentre la signora Brown non è più interpretata da Sally Hawkins ma da Emily Mortimer. Manca anche uno dei personaggi più amati, ma l’assenza è inevitabile vista la trasferta in Perù: Peter Capaldi che interpretava Mr. Curry. “Mi sono divertito a farli – ci raccontava qualche mese fa – Mi hanno detto che non sarei stato nel nuovo capitolo e io ho detto ‘okay va bene’, perché la storia va in un’altra direzione. Ma non posso spoilerare niente”. Nella versione italiana la voce dell’orso è sempre quella di Francesco Mandelli.

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