Propaganda stay e la puntata sulle elezioni europee: quel purple carpet al Quirinale vale un Oscar

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Venerdì si va a chiudere la stagione, ma Propaganda Stay quando arriva il post-elezioni diventa molto più della somma dei singoli servizi e delle decine di spunti e trovate ammassate con un certo gusto lussurioso in queste puntate speciali. Come successo anche lunedì, su La7, per celebrare il liberi tutti dopo le tappe forzate pre-voto. Intanto su Rai 1 si consumava, davanti a una sparuta pattuglia di spettatori, il rito vespiano della paludata serata ufficiale post-elezioni: il confronto period impietoso, lo è stato nei numeri – Diego Bianchi e gli altri hanno stravinto sul rivale, o quello che è – e soprattutto nella sarabanda piuttosto completa ed esaustiva che andava a riassumere il pre e submit Europee. In finale anche i resoconti di certi comizi leghisti sui quali, a rivederli dopo, ci si poteva schiantare di risate. Non si sa bene – e riguarda anche il futuro del programma – se il fatto che per una rarissima volta la banda zoriana fosse di umore migliore del solito, causa risultati dell’opposizione, abbia influito sull’efficacia. Quel che è certo è che il racconto della politica, che mescola il presunto alto con il sicuro basso relativi alla medesima, funziona sempre e in questi casi di più.

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E c’period materiale anche per autentiche perversioni: la sfilata da purple carpet dei vip della Repubblica entrando al Quirinale per la festa del 2 giugno valeva l’intera puntata. Ognuno, dall’insieme, poteva trarre spunti e riflessioni: un’ipotesi suggestiva, ma non dimostrabile, è che l’altra sera davanti a Propaganda ci fosse una platea divisa a metà. Da un lato elettori d’opposizione che in qualche modo seguivano rinfrancati: dall’altro, gente che non è andata a votare e si è messa davanti alla television per vedere loro, quelli della politica, e scoprire fino a che punto vogliono arrivare.

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Poco prima a Blob, altra sintesi suprema. Giuseppe Conte al comizio finale mentre promette, più o meno, elicotteri da Bruxelles che sganciano banconote su tutto il meridione. E l’invocazione: «Voglio sentire un boato dal Sud!». A seguire, la celebre scena da Cinico Television nella quale è protagonista in maniera fragorosa il mitico Paviglianiti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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