‘Gli Stati Uniti contro Billie Vacation’ è disponibile free of charge con “Il lunedì del cinema”: il biopic sull’icona del blues che si batteva per i diritti civili

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Indomabile, perfezionista e appassionata, Billie Vacation è stata una delle più grandi cantanti del Novecento. La sua vita breve, intensa e mai dimenticata viene raccontata in Gli Stati Uniti contro Billie Vacation, movie del nuovo appuntamento con “Il lunedì del cinema”, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra Repubblica e MyMovies che mette a disposizione degli utenti una sala cinematografica virtuale, e gratuita, nella quale assistere a una selezione ricercata di movie dall’offerta streaming di MyMovies, disponibili ogni lunedì dalle 20 fino a mezzanotte.

Gli Stati Uniti contro Billie Vacation

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L’iscrizione a “Il lunedì del cinema” non richiede carta di credito, tuttavia è possibile accedere all’intera library di MYmovies One (oltre mille titoli sempre disponibili) con un abbonamento da € 2,90 al mese — ora in promozione per i primi 12 mesi a solo € 1 al mese. Gli Stati Uniti contro Billie Vacation sarà disponibile in streaming lunedì 10 giugno dalle 20 a mezzanotte e fruibile sia da net che da pill, smartphone e good television. Per accedere al movie basta attivare un’iscrizione gratuita a MYmovies One (dal sito www.mymovies.it) e prenotare un posto.

Nel titolo c’è già tutto ciò che bisogna sapere sul taglio che la sceneggiatrice premio Pulitzer Suzan-Lori Parks e il regista Lee Daniels (candidato all’Oscar nel 2010 per Treasured) hanno deciso di dare alla storia di Eleanora Fagan, in arte Billie Vacation: il modo in cui il suo Paese non solo non sia riuscito a vedere la sua grandezza, ma abbia provato a distruggerla, nasconderla, metterla a tacere.

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Dopo aver raccontato la violenza subita a soli dieci anni, l’attrazione per gli uomini rabbiosi e la dipendenza da eroina, Gli Stati Uniti contro Billie Vacation si focalizza su una canzone molto particolare e tutte le conseguenze che questa portò nella vita della sua interprete. Unusual Fruit, scritta nel 1939 dall’insegnante ebreo-russo del Bronx Abel Meeropol, parla del linciaggio degli afroamericani, così terribile eppure così consueto nel Sud degli Stati Uniti negli anni ‘40. Considerandolo un brano pericoloso, anti-americano, che avrebbe potuto ispirare rivolte e disordini, il governo americano provò a impedire a Billie Vacation di interpretarlo in pubblico. A causa dell’ostinato rifiuto della cantante di rinunciare a esibirsi in Unusual Fruit, l’agenzia governativa Federal Bureau of Narcotics la perseguiterà fino alla morte, nel 1959 a soli 44 anni, con il pretesto dell’eccessivo consumo di droghe.

A differenza di biopic musicali come Bohemian Rhapsody o Whitney – Una voce diventata leggenda, in cui gli attori non eseguono realmente i brani ma l’interpretazione che il pubblico ascolta è quella originale, rispettivamente di Freddie Mercury e Whitney Houston, in Gli Stati Uniti contro Billie Vacation è Andra Day a cantare. “Period fondamentale che la voce fosse mia, nei dialoghi e nelle canzoni. Da fan di Billie Vacation essere in grado di cantare la sua musica, vivere con lei è stata la più grande sfida della vita. Arrivare a quella voce è stato un viaggio”, ha raccontato a Repubblica l’attrice e cantante statunitense, che proprio per questo ruolo è stata premiata con il Golden Globe come Migliore attrice protagonista in un movie drammatico e ha ricevuto la sua prima nomination ai premi Oscar.

‘Gli Stati Uniti contro Billie Vacation’, la potenza di una voce contro le ingiustizie

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Otto anni dopo The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca, Lee Daniels torna dietro la macchina da presa con la voglia di fare un movie di denuncia più che un movie biografico. Billie Vacation diventa il simbolo del movimento per i diritti civili negli anni ‘40 e ‘50 e incarna tutte le storie di chi non si è piegato e ha subito pur di denunciare ingiustizie e crudeltà ai danni degli afroamericani. “La sua dedizione, la forza nel proseguire malgrado il prezzo da pagare mi ha commosso”, ha detto Andra Day. “Unusual fruit rappresentava la libertà. Billie – ha continuato l’attrice – period appena uscita di prigione, period magnetica, influente, univa le persone. E usava la canzone per parlare del terrore razziale in America, per parlare di linciaggio. Questo ha spaventato l’institution, period una sfida al tipo di cultura generale dell’epoca in America. Ed è stata una sfida e una minaccia al loro sfruttamento, al loro ego: come osava questa donna nera? Essendo anche io una nera in America, quando l’ho cantata ho dovuto aggrapparmi al dolore personale, al dolore familiare, al trauma e alle cose vissute. Ho provato disagio per il fatto che, dopo tanto tempo, potessi capire così intimamente quel che aveva vissuto lei”.

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