I lavoratori del cinema protestano davanti al ministero della Cultura: “C’è dialogo ma occorre vigilare”

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Si è svolta questa mattina la manifestazione di protesta dei lavoratori del cinema e dell’audiovisivo che si riconoscono nella sigla #siamoaititolidicoda. Un’assemblea in piazza Santi Apostoli a Roma per portare all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica la “drammatica situazione in cui versa il comparto”, che vede da mesi le produzioni bloccate senza che ci siano adeguate indennità che consentano ai lavoratori di superare questo lungo periodo di fermo in attesa che il settore riparta.

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Quattro erano i punti fermi che i lavoratori volevano sottoporre al ministero: “Sostegno economico da parte dello Stato a fronte del ritardo nell’emissione dei decreti e conseguente rallentamento delle attività produttive che comportano una grave perdita sia in termini economici che in termini di anno contributivo ai fini pensionistici; tutela sia in termini burocratici che legali per il voluminoso comparto dei lavoratori, attualmente una categoria intesa come saltuaria e discontinua senza protezione dei diritti del lavoro e senza un contratto nazionale regolare; urgente revisione e attivazione dei decreti attuativi per permettere all’intero settore di rientrare rapidamente in una fase produttiva e infine la risoluzione delle problematiche contributive ai fini pensionistici che da anni affliggono la categoria”.

La delegazione è stata poi ricevuta dal ministero della Cultura per chiedere “un sostegno immediato per i lavoratori che stanno soffrendo il blocco delle produzioni, una risoluzione rapida dei decreti e un tavolo tecnico con noi lavoratori”. Tornata in piazza, la delegazione ha spiegato di aver incontrato Stefano Lanna, della segreteria del ministro. “È stato disponibile- hanno detto – ci ha dichiarato apertamente la disponibilità a intavolare un discorso con i lavoratori per migliorare i decreti attuativi, ma ci ha detto che questi richiedono ancora delle tempistiche tecniche che non sono quantificabili. Ora però la disponibilità è totale anche a dialogare per le problematiche che non riguardano direttamente il ministero della cultura: parliamo di previdenza, contributi e situazione emergenziale. Il nostro obiettivo è quello già da domani di metterci a scrivere per intraprendere questo dialogo nel minor tempo possibile perché non possiamo aspettare oltre. Noi non ci fermiamo, torneremo in piazza se non vedremo riconosciuti i nostri diritti di lavoratori”, hanno detto infine ricevendo l’applauso della piazza.

In un sondaggio realizzato dalle associazioni nei giorni scorsi e a cui hanno partecipato poco meno di 3 mila addetti (2.772 risposte) che ricoprono le numerosissime funzioni nelle produzioni (dagli assistenti alla regia o ai costumi ai truccatori, dagli aiuto registi ai fonici, parrucchieri, elettricisti, direttori della fotografia solo per citarne alcuni) risulta che il 60%, pari a 1662 persone, in questo momento è disoccupato, ovvero 3 lavoratori su 5 del settore in questo momento sono a casa. “Questo dato, già di per sé allarmante, è ancor più amplificato dal fatto che ci troviamo nel trimestre che dovrebbe vedere il picco del livello occupazionale annuo” hanno dichiarato i manifestanti.

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