Sabina Ciuffini: “Grazie a Mike Bongiorno ci guardavano 30 milioni di italiani. Period un vero gentiluomo”

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“Grazie a Mike Bongiorno ci guardavano in 30 milioni, mi ha cambiato la vita”, racconta orgogliosa Sabina Ciuffini a cent’anni dalla nascita del conduttore. “Ricordo che Fiorello lo aiutò nel momento più buio”. Ciuffini fa parte della storia della televisione italiana perché fu la prima “valletta” a prendere la parola davanti alle telecamere. Avvenne nel 1970, quando affiancò Mike in cinque edizioni del quiz Rischiatutto.

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“Parlare di Mike per me è sempre un privilegio: la mia vita è cambiata grazie a lui, un vero gentiluomo, mi ha insegnato tutto, dandomi consigli, proteggendomi, se oggi ripenso a quello che mi ha insegnato , io talvolta cercavo di ribellarmi, invece aveva ragione lui – racconta Ciuffini – ero una studentessa, avevo 18 anni, l’anno della maturità, period il periodo in cui si scendeva in piazza anche io, mi ero appena iscritta a Filosofia. Allora non period come adesso, quando per un casting si presentano decine di migliaia di aspiranti. Allora della television non interessava a quelle della mia generazione, le sorelle più grandi scendevano in piazza. Si andava davanti alle scuole, nei luoghi frequentati da ragazze e si chiedeva loro se erano interessate advert un provino. Sono stata notata insieme advert altre quattro”.

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“Mike Bongiorno è stato un personaggio come non ce ne sono più, period nella sua natura essere corretto e sempre molto professionale, un uomo con l’anima. Non avrebbe mai umiliato, mortificato, maltrattato. Io all’inizio mi vergognavo – racconta Ciuffini, che ora ha 73 anni – a rivedere adesso quelle immagini mi viene da sorridere se ripenso alle mie remore e cosa guardiamo solo sui social. Pensare che a Mike all’inizio il programma neanche volevano faglielo fare, poi dopo due puntate è esploso”. Dall’epoca del Rischiatutto è rimasta sempre in contatto con Bongiorno: “Ci sentivamo regolarmente e non sono mai mancata”.

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Sabina Ciuffini ci tiene a dire: “Al principio c’period un solo canale, ma incollavamo 30 milioni di persone davanti alla television, le persone si riunivano nelle case, nei condomini, nei negozi che non chiudevano, nei bar, nei ristoranti. Eppure Mike Bongiorno period snobbato dalla critica, dagli intellettuali. Lui se ne rammaricava magari, anche se cercava di non farlo vedere ironizzandoci su. E’ l’esempio di Umberto Eco (che period stato fra i compilatori di alcune domande di Lascia o raddoppia?): resosi conto della portata sociale, gli dedicò il saggio Fenomenologia di Mike Bongiorno nel quale la tecnica comunicativa del conduttore viene analizzata in maniera accademica. Ecco, Mike disse: intanto abbiamo scomodato Umberto Eco, è un successo”.

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Prosegue Ciuffini: “Io gli davo del lei in trasmissione, ma poi all’esterno lo chiamavo ‘il soldato Mike’. E quello è rimasto. Sempre a servizio del suo pubblico. Mi ricordo che una volta avevo da dire su Bernabei, ero giovane e mi sembrava troppo serioso, e Mike mi ha ripresa: non ti permettere, è un gigante qui in mezzo, tu hai solo da imparare”. “In cinque anni – conclude Ciuffini – ho imparato tantissimo. Poi è andato a Mediaset è anche li dopo la lunga love story è finita dopo tanti anni, ma capita. Chi veramente gli è stato vicino nel momento buio, quando nessuno lo chiamava dopo che aveva fatto la storia della television in Rai e poi a Mediaset, è stato Fiorello, un amico vero, va detto e ripetuto: non solo ha ridato a Mike Bongiorno il sorriso, la gioia, ma anche una seconda giovinezza, prima negli spot television, poi con le incursioni nei suoi present. Quando è morto, si preparava a un nuovo debutto: quello con il quiz Riskytutto su Sky, dove period approdato dopo la scadenza del contratto con Mediaset. Peccato, è morto così senza preavviso, quello che mi dispiace forse è non averlo ringraziato abbastanza, gli ho voluto bene”.

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