Lucia Mascino porta in scena il suo manifesto per le donne: “Il teatro mi ha liberata dal ruolo di brava ragazza col cerchietto che ero sempre stata”

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Nessun dubbio sulla popolarità che le danno o le hanno dato fiction come I delitti del BarLume, La mamma imperfetta, il recentissimo Mameli e movie come Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini, Favola di Filippo Timi, le collaborazioni con Nanni Moretti, Giuseppe Piccioni, Roberto Andò, Susanna Nicchiarelli e i nuovi progetti cinematografici di cui sta discutendo in questi giorni. Ma si farebbe torto a Lucia Mascino a non sottolineare che è il teatro advert averle dato i ferri del mestiere e l’identità di attrice: quarantasette anni e, più o meno, altrettanti spettacoli dal 97 a oggi, è tanta roba, e con cult come l’Amleto di Filippo Timi e Smarrimento di Lucia Calamaro, entrambi di nuovo in tournée dal prossimo autunno. “Mi sento felicemente un ibrido, un’attrice trasversale, cioè libera” scherza. Adesso c’è un’altra novità: Sen(n)o, regia di Serena Sinigaglia, testo di Monica Dolan (tradotto da Monica Capuani), un successo in Inghilterra, che debutta in Italia dal 16 aprile al Teatro Menotti di Milano con la produzione del Carcano.

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©2023BrambillaSerrani 

Lucia Mascino è una integerrima piscoterapeuta che deve valutare la decisione di una madre di sottoporre la figlia-bambina alla chirurgia aggiuntiva del seno, parlandoci di sessualizzazione precoce, pornografia del net, l’ipersessualizzazione “e di quanto la nostra identità sia manipolata da modelli del advertising and marketing o della pubblicità. Questioni di cui mi infuoco anche nella vita privata – cube l’attrice – Tanto che portarli in scena è come manifestare per strada, come esporre il manifesto ‘donna vita libertà’”.

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Sen(n)o non censura nulla e racconta come questa manipolazione dei corpi sia violenta nell’infanzia e nell’adolescenza. “On-line trovi la pubblicità del botox per ragazzine stile Jessica Rabbit, o dei reggiseni imbottiti per bimbe dai sette anni. In alcuni Paesi ci sono delle applicazioni che fanno vedere come potrebbero diventare da adulte con la chirurgia estetica. Purtroppo il corpo continua a essere il territorio su cui più si concentrano i condizionamenti sulle donne”. Come attrice, lavorando con il proprio corpo, Lucia Mascino è costretta a farne i conti. “Certo, ma io non credo, per esempio, che ricorrerei alla chirurgia plastica. Ti stravolge sempre e il cinema vede tutto. A me piacciono i visi tipo Meryl Streep, Margherita Purchase. Naturali”.

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Dal 7 maggio, torna in scena anche con Smarrimento al Bellini di Napoli, un suo cavallo di battaglia, che l’ha legata al teatro di un’autrice colta e arguta come Lucia Calamaro. “Con Lucia il legame risale a sette anni fa ed è ormai un tratto di vita, non un pezzo di carriera, come con Filippo Dini, Filippo Timi. Insieme abbiamo da poco riproposto L’origine del mondo, il suo bestseller. Io ero la nonna, un ruolo che period una specie di iniezione di energia che è una cosa che mi viene abbastanza naturale. È stato bello perché è un lavoro tutto al femminile, e una vera sorpresa è stata Concita De Gregorio nel ruolo della protagonista. Si è messa in gioco con coraggio e umiltà. E siamo state ripagate ampiamente”.

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(foto Kimberley Ross) 

Di sé, Lucia cube che è un “moto perpetuo”, basta dire che fino al ’97 period una biologa di grandi promesse. “Poi faccio un corso di teatro a Pontedera, dove abitavo sopra il bar dove ogni mattina andava il leggendario maestro Jerzy Grotowski, e al ritorno a casa, advert Ancona, decido di non proseguire con l’università, come ci teneva mamma. Fu un gesto liberatorio, period andare contro la brava ragazza col cerchietto che ero sempre stata. E sì, sono contenta di averlo fatto. Fare l’attrice è una strada difficile, che ti dà tante botte. La prima cosa che dovrebbero insegnarti è allenarti a cadere e rialzarti. Però è anche un mestiere dove ti arrivano grandi regaloni, che a me commuovono ancora”.

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