‘Il clandestino’, Edoardo Leo diventa investigatore: “Così indago nella Milano multietnica”

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Mescola i toni della commedia col giallo la nuova serie Il clandestino diretta da Rolando Ravello, ambientata a Milano, dal quartiere cinese al centro alla periferia, è incentrata sulle vicende di Luca Travaglia (Edoardo Leo), ex ispettore capo dell’antiterrorismo, che ha lasciato la polizia dopo un attentato che è costato la vita alla sua compagna. Si trasferisce a Milano e lavora come buttafuori nelle discoteche, cercando di anestetizzare il dolore con l’alcol. Il muro che ha alzato tra se stesso e la vita comincerà a sgretolarsi quando incrocia sulla sua strada Palitha (Hassani Shapi), un cingalese intraprendente e sopra le righe che lo persuade a mettere in piedi un’improbabile agenzia investigativa.

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Il regista Rolando Ravello (ansa)

Lo vediamo aiutare padre e figlio immigrati in By way of Padova, scortare una modella ossessionata da uno stalker, fare la guardia del corpo della moglie di un uomo di potere che non c’è mai. “La serie potrebbe avere come sottotitolo ‘Niente è come sembra’, che vale per tutti i personaggi” spiega Leo “A chi mi sono ispirato per il personaggio? Un po’ di qua e un po’ di là, c’è una lunga tradizione di burberi, ma non faccio nomi perché poi ci fanno il titolo. Qualche tempo fa ho citato Clint Eastwood, il titolo dell’intervista diceva ‘Io sono il nuovo Clint Eastwood’… In realtà Luca ha una forza sua, bisognava fidarsi della scrittura e fare un lavoro per costruire la biografia di questo investigatore. Parla poco, è strano per un protagonista. Abbiamo lavorato nel rapporto con gli altri personaggi”.

Romano, 51 anni, l’attore nella sua carriera si è diviso tra television, cinema e teatro. “Quest’anno sono trent’anni di gavetta: avevo cominciato proprio l’8 aprile di trent’anni fa in una fiction Rai. Qui mi sono sentito sempre molto accolto, per tanti anni non ho fatto serie television, solo perché cercavo un personaggio iconico” cube Leo “volevo fare un personaggio introverso, ma ho scoperto di essere un giovanotto piacente… Scherzi a parte, c’period una sfida da vincere. Luca è introverso e ha le caratteristiche dell’antipatico, dovevamo farlo entrare nel cuore del pubblico”. Ruvido, con un fondo d’ironia, questo investigatore indaga a modo suo, e insieme all’intraprendente Palitha (“E’ l’unico extracomunitario razzista della television” ironizza Ravello), cerca sempre di trovare le ragioni degli altri e di aiutarli. “Non mi è stato imposto il politicamente corretto” cube Ravello e “non credo che bisogna essere cattivi a buffo per raccontare la realtà. Il tema della serie non è l’immigrazione, è l’empatia. Bisognerebbe smettere di pensare che sia divisivo parlare di extracomunitari, perché dà il through a delle reazioni destructive. C’è tanta violenza in giro. Dobbiamo guardarci intorno e dobbiamo accoglierci sia tra italiani che tra cittadini di vari Paesi. Ormai siamo tutti in guerra, basta: accettiamoci. In television si vede sempre la stessa Milano. In questa serie si vede invece anche la Milano delle periferie”.

“Hassani parla bene l’italiano, secondo me finge di essere straniero, ha dei tempi comici napoletani” ironizza Leo. “Non parlo italiano” duplicate Hassani, “quando il resto del forged andava a pranzo io andavo a studiare. Il mio personaggio è molto semplice, vorrebbe essere italiano. In Sri Lanka period di famiglia ricca, mentre in Italia non ha niente: lui vuole aprire un’agenzia investigativa per farsi accettare. Ma viene visto come uno straniero, con un’accezione negativa”.

Coproduzione Rai Fiction e Italian Worldwide Movie – Gruppo Lucisano, realizzata da Fulvio e Paola Lucisano, scritta da Renato Sannio, Ugo Ripamonti, Michele Pellegrini, la serie è interpretata anche da Alice Arcuri e Fausto Maria Sciarappa. La canzone della sigla è di Simone Cristicchi, le musiche sono di Maurizio Filardo.

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