‘Boss in incognito’, quando il format va in cerca del lieto advantageous

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Nell’oceano di sospensione di incredulità che è la television tutta, il campione assoluto rimane Boss in incognito che l’altra sera su Rai2 ha chiuso una nuova stagione (ma martedì prossimo si manda una reproduction). Max Giusti a coordinare e poi ogni volta un’azienda impegnata in un tv-washing di prim’ordine, con il padrone che si camuffa da operaio e incontra dipendenti. L’altra sera una fabbrica di denims in Abruzzo, e la figlia dei proprietari che scende nei meandri della lavorazione. Volendo, il momento high è stato con una dipendente alla quale la Boss dei denims alla advantageous offriva uno scatto di grado e lei aveva una reazione del tipo “e che caspita, period ora”.

Ma è stato un fugace momento, la sua storia si basava su ben altro – il femminicidio della sorella anni fa – e l’insieme prendeva una piega nella quale controllare l’emozione diventava impossibile. Boss in incognito è C’è posta per te, ma con tutte le buste che si aprono e i coniugi che si riconciliano con i figli. Siamo in piena parcellizzazione dei format televisivi, a caccia di pubblici ben definiti: i numeri dicono che la popolazione che preferisce i parenti accapigliati di C’è posta è nettamente superiore. Ma merita rispetto anche quella minoranza – non esigua, peraltro – che vuole invece il lieto advantageous, che crede o vuole credere ai padroni buoni (forse anche ai poteri buoni, come si cantava una volta) e per i quali la regalìa del Boss appare come un atto dovuto e meritato. E che la vita dovrebbe essere così, altro che i drammi di C’è posta. Unico rimedio possibile, quello messo in pratica dalla banda Fiorello a Viva Rai2 l’altra mattina: la parodia del programma, Fiorello che si travisa in maniera insufficiente, si aggira tra i suoi e tutti lo mandano a quel paese, fingendo di non riconoscerlo.

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A proposito di Viva Rai2, altri personaggi che si vorrebbero sempre: i due hacker – Fiorello e Biggio – che interrompono momenti clou (finti) e tengono la scena raccontando le barzellette più brutte del mondo. “Come si chiamano le chiappe degli eschimesi? I Glootei”. E lì la giornata migliora di colpo, fin dal mattino.

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