È il Mito a definire molti dei contenuti della prossima edizione del Pageant dei Due Mondi di Spoleto diretto da Monique Veaute, l’appuntamento di arti performative programmato dal 28 giugno al 14 luglio 2024. Fondato quest’anno su 60 spettacoli tra opera, musica, teatro e danza, con 30 compagnie internazionali e 600 artisti da 20 Paesi, in 17 giorni affrontati in 20 sedi, Spoleto67 avrà in serbo varie chiavi di lettura, dialoghi interdisciplinari, stimoli creativi inediti, e approfondimenti sociali odierni o fondati sulla civiltà occidentale. Altri temi saranno la sostenibilità, l’inclusività, l’antiviolenza, le contaminazioni.
Dopo il cattivo tempo dell’apertura del 2023, ora ci sarà anche la messa in sicurezza dell’inaugurazione operistica del 28 giugno al Teatro Nuovo Menotti con un nuovo allestimento di Iván Fischer (e la Budapest Pageant Orchestra) di Ariadne auf Naxos di Strauss, preceduto dall’azione coreografica del Bourgeois gentilhomme su libretto di von Hofmannsthal. Gli amanti del teatro dovranno attendere un giorno, perché il 29 s’annuncia (lo fa lei stessa in video) la prima presenza assoluta di Isabelle Adjani al Pageant, dove si occuperà di dar voce a testi di grandi della letteratura europea come Marguerite Duras, Annie Ernaux, Françoise Sagan e altre autrici.
In materia di musica, più in avanti Alessandro Baricco condurrà le riflessioni La curiosa eredità di Orfeo, dai Greci del V secolo a Philip Glass, e Damiano Michieletto dirigerà Orfeo ed Euridice di Gluck, con l’Accademia di Santa Cecilia e il Vocalconcert Berlin.
Quanto agli appuntamenti teatrali, ecco Antonio Latella che, per l’Accademia d’arte drammatica, supervisiona Giovanni Ortoleva, Federica Rosellini, Leonardo Manzan, Paolo Costantini. Torna a Spoleto Davide Enia col suo nuovo lavoro, Autoritratto: «Indago Cosa Nostra, fenomeno linguistico, specchio del familismo amorale, affrontando l’inaccettabile uccisione del piccolo Giuseppe di Matteo, aiutato ora da ex funzionari Dia e Antimafia».
Completa la sua trilogia cechoviana Leonardo Lidi con Il giardino dei ciliegi: «Un luogo dove gli attori sono abbandonati, costretti advert affermare il senso del proprio lavoro. E monteremo assieme la maratona di tutti e tre i titoli, con più ruoli per ognuno». Il teatro farà leva, tra l’altro, anche su La morte a Venezia liberamente ispirato a Thomas Mann, con drammaturgia e regia di Liv Ferracchiati, interprete di Aschenbach, con Alice Raffaelli che danzerà nella parte di Tazio: «Guardare ed essere guardati, la percezione del colpo d’occhio sugli altri, le polarità di giovinezza e vecchiaia, nella Venezia malsana. Aschenbach impersona la crisi e il declino della nostra cultura».
Ma Spoleto67 ha molte altre prospettive, sensori, redditi, come ricorda Paola Macchi, direttrice amministrativa. Per il teatro musicale segnaliamo la regista francese Jeanne Candel che s’ispira al rito di Baubo, sacerdotessa greca, e arriva il tedesco Ensemble Storage col compositore Baldwin Giang, è di nuovo attesa Barbara Hannigan, presente due volte, anche nel concerto conclusivo. E a Spoleto s’affacciano i corpi dei danzatori di Mehdi Kerkouche, di Yoann Bourgeois, la star Friedemann Vogel, il reale-virtuale Wayne McGregor. Non perdetevi i danzatori web site particular verticali de Il Posto, il lavoro della Fondazione Carla Fendi, la mostra Gli anni Ferrara per la direzione di Giorgio Ferrara, dal 2008 al 2020.