Il frontman degli Who, Roger Daltrey, ha espresso preoccupazione riguardo all’ascesa dell’intelligenza artificiale e il suo possibile impatto sull’industria musicale. Daltrey, che ha recentemente festeggiato il suo 80esimo compleanno, ha riflettuto sulla sua lunga carriera nel rock and roll e sugli sviluppi tecnologici che potrebbero influenzare il futuro della musica e del songwriting. Conversando con Shaun Keaveny, per il podcast “Day by day Grind”, Daltrey si è detto stupito nei confronti delle capacità tecnologiche dell’IA ma ha espresso dubbi sul suo potenziale nell’ambito della creatività umana, affermando: “L’unica cosa che credo fermamente è che l’intelligenza artificiale non potrà mai avere empatia, e questa sarà la sua rovina”.
Dominio e limiti creativi dell’IA
Nonostante ciò, Daltrey ha avvertito che l’industria musicale potrebbe essere in pericolo se non si fa attenzione al ruolo dell’IA, affermando: “Distruggerà l’industria musicale se non stiamo attenti. La musica è un linguaggio diverso e non dovremmo lasciare che l’IA lo controlli”. Sebbene l’IA sia capace di comporre intere canzoni e di assistere nella produzione musicale, Daltrey ha sottolineato che advert essa manca la capacità di creare materiale genuinamente originale, poiché si basa su amalgami di fonti preesistenti.
Preoccupazioni condivise dall’industria creativa
L’ascesa dell’IA ha sollevato preoccupazioni anche in altre industrie artistic, come dimostra il recente sciopero degli scrittori della WGA negli Stati Uniti. Anche se il settore musicale non ha ancora manifestato proteste simili, la preoccupazione per il futuro è tangibile. In un’affermazione conclusiva, Daltrey ha ribadito la sua convinzione che l’IA non possa replicare l’empatia umana nella creazione musicale: “La musica conterrà sempre empatia, e l’IA non può farlo. Non credo sarà mai possibile, ma se l’IA arriverà a provarla allora sì, saremo fottuti”.