Giuliano Sangiorgi: “La mia prima intervista con Ernesto Assante, il cuore a mille e le gambe che tremavano”

0
85
giuliano-sangiorgi:-“la-mia-prima-intervista-con-ernesto-assante,-il-cuore-a-mille-e-le-gambe-che-tremavano”

Non so da dove cominciare perché sembra che adesso tutto quello che riguarda la musica, la mia vita intorno advert essa, abbia proprio avuto inizio con Ernesto Assante. “Oggi vedrai due importanti critici musicali, due grandi giornalisti!”, Caterina Caselli mi annunciò con orgoglio, nuovo, nuovissimo per me, nei giorni che precedevano la pubblicazione del nostro primo album. “La tua prima intervista sarà con Ernesto Assante e Gino Castaldo!”, disse con una felicità pari solo alla mia incredulità. Avevo vent’anni, o poco più, e ricordo perfettamente il cuore a mille di quell’istante e le gambe che un po’ tremavano. Non per paura: period davvero una cosa gigante partire con due “penne” così importanti. Non sarebbe stata una semplice intervista, ma evidentemente un’iniziazione a quella vita che stava per cominciare, Caterina lo sapeva benissimo e voleva che fosse con l’inizio più forte di sempre, con l’approccio più professionale che potessi conoscere e “riconoscere” da quel momento in poi. Un grande giornalista, da quel giorno lì, avrebbe dovuto avere le stesse caratteristiche di Ernesto, o almeno avvicinarcisi…

234006146 40e0b9f7 1dcb 403c 9c26 4b37d6391541 - Giuliano Sangiorgi: “La mia prima intervista con Ernesto Assante, il cuore a mille e le gambe che tremavano”

Grande, analitico, spietato, coinvolto, appassionato, innamorato e sempre pronto allo sconvolgimento delle sue stesse convinzioni quando la musica aveva ragione e lui non sapeva darle torto.

Ernesto mi accolse nella sede di Repubblica come fossi qualcuno di importante da intervistare.

Mi fece sentire “qualcuno”… Lo fece con me che proprio non ero nessuno.

Ma quel primo disco aveva accorciato le distanze. Non gli serviva sapere quello che period successo prima, prima di quel disco, prima di quell’incontro.

Mi conosceva. Conosceva tutti dalla loro musica. Andava così a fondo negli ascolti che si immergeva e poi risaliva in superficie con verità molto vicine, per non dire perfettamente aderenti, a quelle di chi, come me, provava a ricostruirle in una canzone. Credo sapesse sempre cosa ci fosse dietro alle emozioni di un disco, di un libro.

234004495 7372e0f4 a768 4b70 8d08 c96a093d8fe5 - Giuliano Sangiorgi: “La mia prima intervista con Ernesto Assante, il cuore a mille e le gambe che tremavano”

In tante occasioni ufficiali e non in cui siamo stati insieme, ci aveva sempre preso.

Intuiva i posti più reconditi da dove provenivano le canzoni, le parole, e riusciva a tirarmi fuori sempre qualcosa a cui non avevo lontanamente pensato prima… o forse sì.

Ma soffermarsi con lui intorno alle parole, alla musica, mi aiutava, in fondo in fondo, a mettere meglio a fuoco quello che avevo appena detto o cantato, a trovare le coordinate giuste per poter proseguire nell’intento di intrappolare ed essere intrappolati in un’emozione vera.

Sono cresciuto con questo rispetto reverenziale per il giornalismo grazie a professionisti e anime profonde come Ernesto. Non erano solo parole, non erano solo interviste, ma spaccati di vita di una generazione, di più generazioni. Tanto da trasformarsi, a volte, in programmi televisivi, o in spettacoli teatrali.

234007591 47617248 9109 4352 9812 53db9b57b2b9 - Giuliano Sangiorgi: “La mia prima intervista con Ernesto Assante, il cuore a mille e le gambe che tremavano”

Occasioni per raccontarsi e riflettere insieme, su tutto, partendo dalle canzoni.

“Le mie canzoni” fu un incontro bellissimo in cui mi coinvolse solo pochi mesi fa, al teatro Carcano di Milano. Davanti a un pubblico estasiato semplicemente di sentire un’intervista che diventava musica e racconti e vita.

Potrei raccontare tantissimo di Ernesto: per esempio, di quando, con Gino Castaldo, mi tenne a battesimo come autore di romanzi, o mi ospitò a Webnotte, oppure di quando chiacchierammo, solo su due sedie, davanti alla smisurata platea del Medimex.

Ma oggi riesco solo a pensare al mio inizio con lui e all’ultima volta insieme, solo qualche settimana fa, nei giorni del Pageant della Canzone italiana.

È stata l’ultima intervista fatta da me a Sanremo e ricordo di essere stato io a ringraziarlo, per le domande che mi aveva fatto, dopo una settimana fatta solo di quelle.

Eravamo amici, Ernesto ed io e lo sapevamo bene. Anche quando ci nascondevamo dietro al nostro lavoro. E oggi è un giorno triste, in cui vorrei essere io a fargli una domanda: perché, perché così presto?

Addio Ernesto, grazie per avermi fatto amare quello che sembrerebbe stare dall’altra parte della musica.

Tu eri musica.

E lo sarai per sempre.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here