‘Io capitano’, il New York Occasions promuove il movie di Matteo Garrone: “Grande capacità di fotografare la bassezza umana”

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Mancano meno di venti giorni alla cerimonia di consegna di consegna degli Academy Award e Io capitano incassa l’approvazione del New York Occasions. Non male per il movie di Matteo Garrone che ha riportato l’Italia agli Oscar, in un anno di ripresa per il nostro cinema dopo i danni provocati dal lockdown e le difficoltà di riportare il pubblico in sala. La cerimonia è in programma a Los Angeles il 10 marzo, Io capitano è tra i candidati al premio per il miglior movie internazionale e dovrà vedersela con superfavoriti che già hanno avuto grandi riscontri di pubblico e critica, come – advert esempio – La zona d’interesse di Jonathan Glazer o Good days di Wim Wenders.

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Il regista Matteo Garrone 

‘In Io capitano Matteo Garrone ha il dono di invitare dentro la storia e richiede l’attenzione del pubblico con trasparenza visiva e urgenza narrativa”, si legge sul New York Occasions in un lungo profilo intitolato “Io capitano evaluation: a migration odyssey”. Il quotidiano scrive che Garrone ha un talento per la crudeltà, intendendo con questo che il regista ha “l’impressionante capacità di definire la bassezza umana con immagini che sono sia specifiche che cariche di significati aggiuntivi”.

Venezia 2023, Matteo Garrone: “Questo premio può avvicinare il pubblico al movie” – Intervista

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Citando come esempio le scene in cui Seydou e Moussa attraversano il confine per intraprendere la prima parte del loro difficile viaggio, il New York Occasions scrive che per quelle scene Garrone passa da primi piani ai campi lunghi e ciò fa sì che i due adolescenti vengano visti a distanza ravvicinata al punto da mostrare tutta la loro vulnerabilità. “Io capitano – si legge – può essere difficile da guardare e le lunghe sequenze ambientate in Libia dove i migranti vengono torturati e venduti sono senza mezzi termini dure. Garrone non risparmia nulla, ma il movie non si trasforma mai in un esercizio di sadismo perché il focus rimane fermamente sui personaggi, i quali, dall’inizio, sono persone a tutto tondo”.

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