E’ l’unica opera in forma scenica che quest’anno dirigerà in Italia. Successo trionfale mercoledì sera al Teatro Regio di Torino per Riccardo Muti sul podio per un nuovo allestimento di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi con la regia di Andrea De Rosa. Ovazioni per ogni ingresso in sala del maestro e alla advantageous quindici minuti di applausi per Muti e tutto il forged: Piero Pretti (Riccardo), Lidia Fridman (Amelia), Luca Micheletti (Renato, che ha cantato nonostante un’indisposizione), Alla Pozniak (Ulrica), Damiana Mizzi (Oscar).
In sala c’erano anche il sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi, tre sovrintendenti di fondazioni liriche: Cecilia Gasdia (Area di Verona), Marco Betta (Teatro Massimo di Palermo), Claudio Orazi (Teatro Carlo Felice di Genova) e Vittorio Sgarbi. Prima da tutto esaurito, come del resto period stata, due giorni prima, anche la prova generale aperta a un pubblico di soli below 30 (rigorosissime le maschere che non lasciavano passare nessun over) dove i biglietti erano stati ‘bruciati’ in due ore dall’apertura della biglietteria.
Il primo Ballo in maschera diretto da Muti risale al 1972 a Firenze con Richard Tucker, il tenore di Toscanini, poi lo ha diretto altre volte tra le quali alla Scala e a Chicago con la ‘sua’ Chicago Symphony. Per Torino l’opera verdiana segna il ‘triplete’ di Muti che nel 2021 al Regio ha diretto Così fan tutte di Mozart e nel 2022 Don Giovanni di Mozart, il prossimo appuntamento torinese è già fissato per il 2025 con Macbeth di Verdi con la regia di sua figlia Chiara Muti.
Alla advantageous della prima il maestro racconta tutta la sua soddisfazione: “Qui al Teatro Regio di Torino ho avuto due esperienze stupende e stasera facendo Verdi mi piace sottolineare il livello di grande eccellenza dell’Orchestra e del Coro di questo teatro. Tutto il teatro è a un livello di prim’ordine e qui c’è una delicatezza, e lo dico da Borbone, sabauda. E’ un teatro che merita un’attenzione particolare” e conclude: “La cultura è l’arma più potente che esista al mondo, non dimentichiamolo mai”.
I prossimi impegni del maestro riguardano importanti celebrazioni: il 24 marzo sarà a Roma per un concerto con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, da lui fondata 20 anni fa, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle Fosse Ardeatine; il 7 maggio i Wiener Philharmoniker, con i quali collabora da 54 anni, lo hanno invitato a Vienna a dirigere la Nona sinfonia di Beethoven proprio nel giorno in cui ricorre il duecentesimo anniversario della prima esecuzione della sinfonia beethoveniana; il 15 agosto al Competition di Salisburgo lo aspetta l’Ottava sinfonia di Bruckner per i 200 anni dalla nascita del compositore e il primo gennaio 2025, in mondovisione, dirigerà il Concerto di Capodanno da Vienna (è la settima volta) nell’anno in cui si festeggiano i duecento anni dalla nascita di Johann Strauss. Ma c’è ancora qualche opera che vorrebbe debuttare? “Tantissime – risponde sorridendo – Mi piacerebbe dirigere I Lombardi alla prima crociata di Verdi e dedicarmi alla riscoperta del primo Verdi”.