“InSicurezza”, il docufilm che fa capire come lavorare possa fare paura

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“Perché accadono gli infortuni sul lavoro?” e “cosa si può fare per evitare che continuino advert accadere?”.

Sono queste le domande al centro di ‘insicurezza’, il docufilm di Stefano D’andrea, con la regia di Paolo Cirelli, il supporto dell’Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e del gruppo Silaq (società di consulenza e formazione), realizzato grazie alle testimonianze di persone che hanno subito incidenti sul lavoro, dei familiari, di esperti nel settore della sicurezza e di giornalisti.

Presentato nell’aula dei gruppi parlamentari della Digicam dei Deputati, a Roma, su iniziativa del presidente della XI commissione lavoro pubblico e privato, Walter Rizzetto, e con il patrocinio della digicam dei deputati, grazie al presidente Lorenzo Fontana,il docufilm parte da una riflessione dell’autore, Stefano D’Andrea: “Ho sempre pensato che se non avessi frequentato cantieri edili, miniere, fonderie, non mi sarei mai dovuto occupare di sicurezza sul lavoro e invece nemmeno un uomo seduto davanti a un pianoforte può sentirsi completamente al sicuro se non si occupa di sé”.

In quaranta minuti ‘InSicurezza’ racconta la storia di chi ha evitato un infortunio per un pelo, di madri e padri rimasti orfani dei propri figli, di chi è sopravvissuto a un incidente e da lì ha ricostruito la propria vita, di formatori specializzati in sicurezza. “Ho intervistato decine e decine di persone cercando poi, col mio modo di raccontare, di diffondere un messaggio importante, quello della cultura della sicurezza”.

Tra le testimonianze raccontate nel docufilm c’è quella di Ester Intini, mamma di Gabriele, un ragazzo di 25 anni morto 5 anni fa a causa di un incidente sul lavoro. “Gabriele è rimasto incastrato in una macchina che lavorava la lamiera per produrre le lattine, period senza protezioni e senza formazione perché erano solo due mesi e mezzo che lavorava in quella azienda- racconta Ester- mio figlio è stato dimenticato dentro a quella macchina, nessuno si period accorto dell’incidente e la macchina ha continuato a funzionare per 28 minuti. La sua vicenda- continua- ha scatenato in me la voglia di aiutare gli altri e sensibilizzare sul tema della sicurezza, soprattutto a partire dai giovani e dalle scuole”.

Secondo gli ultimi open knowledge Inail, in italia, sono stati ben oltre 585.000 Gli infortuni denunciati nel 2023 e 1.041 Quelli mortali, mentre le malattie professionali sono state oltre 72.700. “Oggi del fenomeno infortunistico possiamo sapere tutto se solo lo vogliamo, e non abbiamo alcuna scusa per i 3 morti al giorno che accadono, senza contare quelli causati dalle malattie professionali- ha sottolineato il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni – e allora, grazie di cuore a Stefano D’Andrea e grazie al regista Paolo Cirelli per questo docufilm che ci aiuta a riflettere e che ci fa ritrovare qui a dire ognuno la sua, spero senza retorica e condividendo con noi un pò della propria saggezza acquisita nella propria professione.

A mio parere sarebbe utile e necessaria una distribuzione massiva del docufilm ‘insicurezza’, che auspico possa entrare tanto nelle aziende quanto negli istituti scolastici. Sono fermamente convinto che, nell’ascoltare le parole di chi ha vissuto questi eventi sulla propria pelle, sia possibile accendere quella scintilla della presa di coscienza collettiva che darà modo a tutti i lavoratori di affrontare i moduli aziendali di primo soccorso o la partecipazione ai corsi di addestramento sulla salute e sicurezza del lavoro, con una sensibilità differente. Infatti, noi dell’Anmil, da anni portiamo avanti il progetto della ‘scuola della testimonianza’ con l’intento di dare vita advert una nuova didattica, arricchita dal coinvolgimento emozionale dei nostri testimonial/formatori della sicurezza, dal cui incontro ognuno esce con una nuova consapevolezza”.

“Si tratta di un progetto che abbiamo supportato sin dal principio, nato dal punto di vista comune che condividiamo con gli autori di raccontare la sicurezza sul lavoro al di là dei luoghi comuni e delle più banali semplificazioni, senza retorica – commenta il consigliere delegato Silaq, Willy Giachetti – ne è nata una storia costruita su testimonianze autentiche e intense, che sa essere emozionante e nel contempo in grado di stimolare attente riflessioni su tematiche dai risvolti spesso drammatici e purtroppo sempre attuali”.

Le risposte alle domande al centro del docufilm sono la risultante di una combinazione di esperienze, attraverso il racconto di chi queste stesse esperienze le ha vissute, attraverso i formatori che dedicano a tali domande il loro impegno quotidiano, attraverso una presa di coscienza collettiva che risponda all’assunto per il quale il tema della sicurezza ci riguarda tutti, in prima persona.

Una teoria che rispecchia in toto la “core mission” di Anmil, che da 80 anni si batte per la tutela e la difesa dei diritti delle vittime del lavoro, ma anche di veder ridurre o annullare il fenomeno infortunistico elaborando sempre nuove strategie e proposte legislative volte a diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza nel nostro paese e che, negli ultimi anni, ha inaugurato la ‘scuola della testimonianza’ volta proprio, come il docufilm, a far circolare nelle scuole e nelle aziende di tutta Italia la voce delle vittime del lavoro.

‘Insicurezza’ spiega come sia proprio la singola esperienza advert accendere la scintilla della consapevolezza, basata su piccole o grandi storie personali e familiari, come un racconto consapevole di una vicenda vissuta in prima persona, più efficace di qualsiasi legge, circolare o formazione operativa.

“Tutti meritiamo di vivere insicurezza”, il messaggio lanciato ai tanti studenti presenti alla proiezione del docufilm.

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