Cristiano Malgioglio e la polemica sulla canzone spagnola ‘Zorra’ che andrà all’Eurovision: “E’ brutta, non solo per il doppio senso”

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Paese che vai, polemica (musicale) che trovi. Mentre a Sanremo 2024 infuriava la polemica sulle giurie e sul verdetto del pageant, in Spagna non andava meglio.

Il brano vincitore del Pageant di Benidorm, che è quello che seleziona per la Spagna il partecipante nazionale all’Eurovision Music Contest, ha scatenato una bufera senza precedenti: la canzone in questione, infatti, proposta dal duo electropop dei Nebulossa, si intitola Zorra, termine che può essere tradotto come la femmina della volpe ma che nella lingua parlata è usata molto più spesso con l’accezione di ‘prostituta’ o ‘putta..’.

La parola, ripetuta oltre 40 volte nel testo del brano, ha scatenato la reazione del mondo politico spagnolo e delle associazioni femministe e che si battono contro la violenza di genere, che hanno anche raccolto firme per tentare di bloccare la partecipazione della Spagna all’Eurovision con quella canzone, dopo la vittoria a Benidorm del 3 febbraio.

Nonostante le polemiche, l’Ebu, l’associazione dei servizi pubblici radiotelevisivi europei che organizza Eurovision (che quest’anno si terrà a Malmö, in Svezia), ha detto che il brano sarà ammesso, nonostante il regolamento della manifestazione vieti nei testi “insulti o un linguaggio inaccettabile” nei testi delle canzoni, perché va tenuto contro del contesto raccontato nella canzone.

Il duo dei Nebulossa è composto dai coniugi María Bas, 55enne cantante, e da Mark Dasousa, 49enne tastierista, che fino all’exploit di Benidorm erano semisconosciuti. La parte discussa della loro canzone recita: “Se esco da sola, sono una puttana/ Se mi diverto, la più puttana/ Se esco e si fa giorno/ Ancora più puttana/ Quando ottengo ciò che voglio (puttana, puttana)/ Non è mai perché me lo merito (puttana, puttana)”.

La cantante, di fronte alle contestazioni, ha spiegato che tutti i brani del duo “parlano di relazioni tossiche, dei maltrattamenti contro le donne”, ed ha invitato a considerare la canzone come uno sfogo contro chi usa quel termine per umiliare e maltrattare, come “una piccola forma di terapia”.

Per i fan insomma, la canzone è un inno contro il sessismo, per i detrattori un inno machista. Tra chi stronca Zorra c’è anche Cristiano Malgioglio, che nel maggio del 2022, in occasione dell’Eurovision ospitato a Torino, di cui fu commentatore per l’Italia al fianco del conduttore Gabriele Corsi: “Io ho ascoltato questa canzone Zorra e non è bella. Al di là della parola del titolo che vuol dire ‘puttana’ o ‘tro..’, il pezzo non rispecchia per niente la grande tradizione spagnola, che io amo moltissimo”.

Come diceva Lola Flores, all’Eurovision deve andare una canzone che rappresenta in qualche modo la cultura spagnola – ha aggiunto Malgioglio – Al di là della provocazione non rappresenta niente. Un pezzo musicalmente orrendo. Io avrei premiato dei giovani che rappresentano la prosecuzione della migliore scuola spagnola”.

Malgioglio ha ricordato anche i suoi trascorsi all’Eurovision: “Ci sono voluti anni prima che mezza Europa mi perdonasse i miei commenti al vetriolo (definì la concorrente spagnola Chanel Terrero la “Jennifer Lopez dei low cost”, ndr). Ma in confronto a Zorra, la canzone della Terrero period da Oscar”, affonda.

“Unica consolazione – aggiunge – è che quest’anno la nostra bravissima Angelina Mango avrà un avversario in meno, perché la sua La noia vince a mani basse contro la loro Zorra. E lei tiene il palco come nessuno”, ha concluso Malgioglio.

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