Presadiretta riparte da Assange. Riccardo Iacona: “Pressioni politiche? Io sono figlio dell’editto bulgaro…”

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“Avevamo già fatto una trasmissione su Julian Assange nei mesi scorsi quando non se ne parlava più e ora le ore sono contate. Proprio nella notte della nostra prima puntata la corte dovrà pronunciarsi”. Riccardo Iacona, giornalista e autore, torna con le inchieste e i reportage di Presadiretta da lunedì 19 febbraio alle 21.20 su Rai3. E ricorda anche che su questa vicenda, che riguarda la libertà di stampa, l’Europa si gioca la faccia e che per il giornalista si tratta di un vicenda di “vita o di morte”. Che si incrocia anche con le guerre in corso.

“Vedremo poi bene perché – spiega Iacona – inoltre lui è la prova del tradimento della democrazia come cube la coraggiosa moglie Stella Moris. Nel suo caso poi ci sono due prime assolute. L’Europa infatti per la prima volta sta imprigionando un giornalista senza che mai che abbia commesso un reato. E per la prima volta verrebbe processato con l’Espionage Act. Abbiamo seguito anche la storia della battaglia straordinaria di sua moglie, che cube Julian è in prigione perché ha detto verità sulla guerra, tutti in quel carcere sanno che non dovrebbe essere lì”.

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Julian Assange in una foto d’archivio (reuters)

Il filo rosso che attraversa le 8 nuove puntate in prima serata è la crisi della democrazia. Non solo perché aumentano i regimi autoritari ma perché su più di un terrenno arretrano i principi democratici: nel mondo del lavoro tra crisi, licenziamenti e deindustrializzazione; nella lotta contro il cambiamento climatico, esposta agli attacchi dei negazionisti; nell’eterno stato di emergenza della sanità pubblica, nella questione femminile ferma al palo della diseguaglianza, negli scenari di guerra che si moltiplicano.

Quanto ai timori di pressioni politiche, “io sono figlio dell’editto bulgaro – risponde il giornalista all’agenzia Ansa – in questa sala qui della Rai a viale Mazzini c’erano le conferenze stampa di Michele Santoro, io ero ragazzino e stavo qui, me le ricordo bene. Tremavano i muri. Io sono figlio di una Rai dove c’period la lava…”. E aggiunge: “Ma come si cube a Roma: a me mi piace! Mi piace quando c’è il dibattito, quando c’è il contrasto se tutto è basato ovviamente sulla qualità e sul rapporto con il pubblico. Io so che cosa è la censura, lo so molto di più di altri che ne parlano sempre. Il nostro programma è stato chiuso e per tre anni non ho lavorato. Assieme a Santoro – sottolinea ancora Iacona – hanno chiuso la bocca a Enzo Biagi, caposaldo del giornalismo italiano. Pensate a tutto quello che ha aperto quella stagione lì di occupazione militare della Rai da parte del governo. Poi a un certo punto, grazie a Dio, è finita ma è stato un vulnus gravissimo”.

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Iacona nella sede Rai di viale Mazzini dove ha presentato la nuova edizione di PresaDiretta (agf)

“Non dobbiamo tornare a quella cosa lì – continua il giornalista – e per farlo non basta la buona volontà ma bisogna creare delle riforme che consentano di sganciare un poco, non troppo, la decisione di chi debba comandare in Rai dalle maggioranze che ci sono. Perché questo crea un meccanismo distruttivo delle cose buone e spezza quel rapporto d’amore con il pubblico che è la cosa più importante della Rai ed è ancora il suo patrimonio”.

Iacona cube la sua anche sulla proposta del sottosegretario leghista Alessandro Morelli su un Daspo alla Rai per chi parla di politica a Sanremo: “Sono totalmente contrario, e la ritengo una cosa barbarica, un po’ alla ungherese. Ma in Ungheria non si parla di politica in television, non ci sono neanche i speak present. I chief dell’opposizione non partecipano al dibattito pubblico mentre da noi sì. Si rassegnino quelli che vogliono farci tornare a un’Italia in bianco e nero che non esiste più. E credo che troverebbero anche il disfavore dei loro elettori”.

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