Kristen Stewart: “Ho fatto popping out per colpa di Donald Trump”

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Kristen Stewart, che deve la popolarità alla saga di Twilight a cui è seguita una serie di movie d’autore e indipendenti, ha fatto popping out nel 2017 durante un monologo del Saturday Evening Dwell. Oggi, protagonista di una copertina di Rolling Stones in cui ha deciso di mostrarsi più mascolina che mai (“voglio fare la cosa più homosexual che abbiate mai visto” ha dichiarato), l’attrice ha raccontato il dietro le quinte di quel monologo e il fatto che non fosse per nulla previsto che con quell’intervento facesse popping out.

Il popping out al Saturday Evening Dwell

Nel preparare il monologo con gli autori del celebre present comico, l’attrice aveva affrontato il tema dell’astio dell’allora presidente degli Stati Uniti nei suoi confronti che cinque anni prima aveva fatto sui social commenti negativi sulla separazione tra lei e Robert Pattinson. “Donald, se non ti piacevo allora, probabilmente non ti piacerò più adesso – aveva detto durante il monologo -. Perché sto presentando il Snl e sono così homosexual, amico”. Un popping out che è venuto fuori da un brainstorming con gli autori “Questo è il monologo più noioso di sempre. Cosa facciamo? Che cazzo? – racconta lei – Quando qualcuno ha tirato in ballo i tweet di Trump contro di me. Ce l’ha con me perché ho tradito il mio ragazzo? Ne sa ben poco…”. E da lì la scelta di raccontarsi al mondo anche nel lato più privato. Ora l’attrice è fidanzata con la scrittrice e attrice Dylan Meyer.

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AFP or licensors (afp)

Giovane talento di Hollywood

Stewart è considerata uno dei principali giovani talenti di Hollywood. Il debutto sullo schermo nel 1999, a soli nove anni. Tre anni dopo period al fianco di Jodie Foster in Panic room di David Fincher. La sua svolta internazionale con la saga di Twilight (2008-2012). Nel 2010 ha partecipato alla Berlinale con la produzione indipendente Welcome to the Rileys (diretta da Jake Scott), nello stesso anno ha ricevuto l’Orange Rising Star Award come miglior esordiente ai Bafta. Nel 2014 ha recitato al fianco di Juliette Binoche in Clouds of Sils Maria, diretto da Olivier Assayas, e nel 2015 è diventata la prima americana a ricevere il premio cinematografico francese César per il suo ruolo nel movie. Ha continuato il suo lavoro con Assayas nel 2016 in Private shopper, l’anno successivo ha festeggiato il suo debutto alla regia e alla sceneggiatura con il cortometraggio Come swim e nel 2018 è stata membro della giuria internazionale al Pageant di Cannes. Cinema d’autore, ma non sono mancate le incursioni nell’motion da botteghino: nel 2019 è in Charlie’s Angels di Elizabeth Banks, poi consegna al pubblico una toccante interpretazione in Seberg, regia di Benedict Andrews, la vicenda dell’attrice Jean Seberg perseguitata dall’Fbi a causa dei suoi rapporti con il chief delle Pantere Nere Hakim Jamal. Nel 2020 l’annuncio di un altro lavoro da regista, Crickets, mentre più di recente ha interpretato la principessa Diana nel movie drammatico di Pablo Larraín Spencer, ottenendo una nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista e una ai Critics Selection Awards. Dopo Crimes of the Future di David Cronenberg (2022) quest’anno torna in sala con Love Lies Bleeding di Rose Glass (2024).

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