Sabrina Ferilli, diva capricciosa: “Pronta a tutto pur di non sparire”

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«Non lavori da tanto», le cube il supervisor squalo. «Ma che problema c’è, chiamo Ferzan (Özpetek), siamo amici». Piano grandioso, ma cinque anni dopo Gloria, diva dimenticata con un passato da star delle fiction che ambisce al cinema d’autore, finisce per fare la pubblicità di una crema alla bava di lumaca per ringiovanire la pelle. E mentre gira lo spot, molla il set. Solo una donna bella, solare, autoironica come Sabrina Ferilli poteva portare sullo schermo un personaggio così, una signora scorretta, audace e capricciosa. Torna alla fiction Rai dopo dodici anni di assenza con Gloria, la serie di Fausto Brizzi, dal 19 febbraio su Rai 1.

Un po’ Viale del tramonto ai nostri giorni, un po’ Name my agent, ideata da Roberto Proia anche produttore con Rai Fiction (e autore della sceneggiatura con Brizzi e Paola Mammini), Gloria è una commedia brillante e amara, che esplora narcisismo, bugie, ambizioni e i fallimenti. Si fanno nomi e cognomi. E si sorride quando la nostra star in caduta libera cube che «Conticini è un cane a recitare il morto» e chiede all’ex marito truccatore (Sergio Assisi) come sta messa Monica Bellucci. Nel forged Massimo Ghini (con cui Ferilli ha fatto coppia in tanti movie e serie) ed Emanuela Grimalda, la fida assistente. «Quante Glorie ho incontrato nella mia carriera? Tante», cube Ferilli, «è un mestiere che mette a repentaglio la tua consapevolezza. Guardate come stanno messe le star americane, hanno problemi con droghe e alcol, è un lavoro che ti mette a dura prova. Il chirurgo sta in sala operatoria, quando esce nessuno lo conosce. Noi siamo sempre esposti. Ci sono anche Glorie uomini, eh: ne conosco tanti che hanno quell’attitudine caratteriale infelice».

Sul fatto che alle attrici non venga perdonata l’età, Ferilli cube che le cose sono cambiate da poco: «Vedo tanti movie interpretati da sessantenni e settantenni che hanno copioni eccezionali, ma ci vorrà tempo per lasciarsi alle spalle il preconcetto. Oggi è più facile andare in television a raccontare lutti e malattie, che andare a parlare del ruolo, questa cosa è stata ingenerata dai social, non è un caso che Fb sia semplificato dal dito in su e in giù come al Circo Massimo. Ma gli esseri umani sono più complicati, e di su e giù ci sono solo le scale». Ferilli racconta che deve molto alla televisione, ci è arrivata dopo La bella vita di Virzì, prima aveva girato Diario di un vizio di Ferreri e il grande successo è arrivato con Commesse. «Solo in Italia si fanno le differenze tra cinema, teatro e television».

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Gloria è disposta a fare qualunque cosa per non sparire, l’attrice journey: «A me non succederà mai una cosa del genere, vivo di presente e anche il futuro lo vedo roseo. Non credo che la mia gioia» spiega «derivi da quello che faccio, me la costruisco nel quotidiano. Più che essere rimasta delusa dal mondo dello spettacolo, sono stata io a deludere alcuni colleghi. Cerco di avere un approccio sano col lavoro. Di me si può dire tutto, ma sono la prima a arrivare sul set e l’ultima advert andare». Molte colleghe — da Paola Cortellesi a Margherita Purchase — sono passate dietro la macchina da presa, lei non farebbe la regista: «Non ci ho mai pensato perché non sarei all’altezza». Come non condurrebbe il competition di Sanremo «perché non ne sarei capace, non vi vorrei deludere ma non saprei da dove iniziare. Amadeus è straordinario, preparatissimo, sa anche intrattenere. Non so chi sarà il pazzo che, con questi risultati, accetterà dopo di lui». Nella sua carriera hanno contato i no, anche quello detto quando le hanno offerto di interpretare Anna Magnani. «Ecco, i no li ho sempre tenuti in grande considerazione».

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