Paris Hilton, l’autobiografia: dalla setta per il lavaggio del cervello a quei 100 dollari sottratti alla sorellina

0
92
paris-hilton,-l’autobiografia:-dalla-setta-per-il-lavaggio-del-cervello-a-quei-100-dollari-sottratti-alla-sorellina

Tanto tempo fa, a Palm Springs, un commerciante di mobili di nome Mel Wasserman si stava recando in una tavola calda quando, all’angolo della strada, vide delle ragazze che protestavano per qualunque cosa si protestasse nel 1964. La leggenda vuole che Mel le abbia invitate a casa sua per una cena a base di spaghetti, offrendo loro un posto dove passare la notte. Avrebbero potuto fermarsi anche più a lungo, rispettando però le sue regole, tra le quali uno stretto codice d’abbigliamento e di comportamento, e partecipando a ‘sessioni terapeutiche’ di gruppo.

Wasserman period discepolo di Charles E. Dederich, fondatore di Synanon, una setta violenta smantellata dall’FBI ma mai del tutto eradicata. Dal 1958 al 1991, Dederich e i suoi scagnozzi – i cosiddetti ‘Imperial Marines’ – hanno adescato giovani con la promessa di disintossicarli dalla droga e curarli dall’omosessualità. I loro metodi prevedevano insulti, violenza fisica, aborti e vasectomie forzati, torture psicologiche. ‘The Sport’ period una specie di Battle Membership verbale. ‘The Journey’ period un weekend di privazione del sonno, lavaggio del cervello e show corporali. (Immaginatevi di essere legati sulle montagne russe per settantadue ore).

Wasserman vide l’opportunità di monetizzare il tutto e portò le cose al livello successivo. Si trasferì in un complesso sulle San Bernardino Mountains e ricreò l’ambiente della setta, definendolo però un ‘collegio per la crescita emotiva’. Il suo advertising and marketing subdolo colpiva genitori vulnerabili che sentivano di aver perso il controllo sui figli adolescenti. ‘The Sport’ diventò ‘Rap’, ‘The Journey’ fu trasformato in vari ‘Propheet’ (molto altisonante, vero?).

Wasserman ribattezzò la sua ‘scuola’ CEDU, che stava per ‘Charles E. Dederich College’, ma, viste le trigger legali e la pessima reputazione della setta, i materiali promozionali sostenevano che significasse ‘SEE your self as you might be and DO one thing about it’, ovvero ‘Vediti per quello che sei e fai qualcosa al riguardo’.

Il suo modello di enterprise ebbe talmente successo che Wasserman e i suoi discepoli, insieme a qualche investitore che ci vide una miniera d’oro, aprirono delle scuole gemelle in Stati dove le leggi in materia erano particolarmente permissive e le autorità disposte a guardare altrove. Si accreditarono e svilupparono redditizie partnership con assicuratori privati ed enti statali, così da poter spillare soldi alla sanità pubblica e al sistema dell’affidamento dei minori.

Negli anni Novanta, i conduttori televisivi Maury Povich e Sally Jessy Raphael legittimarono la CEDU e lucrarono con le puntate dedicate agli ‘adolescenti fuori controllo’, in cui per lo più ragazze carine venivano spedite in questi collegi e campi di addestramento a ricevere ‘amore duro’, che avrebbe fatto loro bene. In seguito, si aggiunse anche il programma Dr. Phil, che mandò in onda le riprese del trasferimento violento di un ragazzo, trascinato fuori dal letto da dei tizi grossi tre volte lui, proprio come period successo a me.

Secondo il Salt Lake Tribune, tra il 1999 e il 2005 l’Alaska spese oltre 31 milioni di dollari di fondi pubblici per mandare 511 ragazzi in alcune strutture nello Utah. Una media di 60.665 dollari per ciascuno. E furono ragazzi sovvenzionati dai contribuenti di un solo Stato. I milioni intascati dalla CEDU tramite indennizzi assicurativi e pagamenti privati non si sapranno mai.
I genitori della classe media ipotecavano la casa e trovavano un secondo lavoro per mandare i figli alla CEDU. Quelli abbienti si presentavano con le tasche piene, e la CEDU li corteggiava insistentemente, soprattutto se erano personaggi famosi. I miei genitori non furono i soli. Michael Douglas, Clint Eastwood, Roseanne Barr, Barbara Walters, Montel Williams, Marie Osmond – e la lista potrebbe continuare. La CEDU, così come altre strutture simili, period una soluzione di moda per i figli problematici delle famiglie altolocate. I programmi arrivarono advert ammettere persino bambini di otto anni, affidandoli a personale fedele, che si period ‘diplomato’ lì dentro ed period ormai troppo danneggiato per poter sopravvivere nel mondo reale.
In sintesi: quella fortuita cena a base di spaghetti a casa di Mel Wasserman si trasformò in un enterprise da 50 miliardi di dollari l’anno chiamato ‘industria degli adolescenti problematici’.
È così che si diventa imprenditori: individui un problema – o ne crei uno – e proponi il tuo prodotto come soluzione.
Quando io e Nicky eravamo piccole, se lei riceveva 100 dollari per il compleanno io allestivo una specie di piccolo negozio in digicam mia e la invitavo a fare buying.
«Questo soffice orsacchiotto firmato è tanto, tanto pieno d’amore» dicevo. «Come abbracciare una nuvola magica. Una nuvola d’amore! Dovrei tenerlo, perché mi rende tanto felice, ma voglio che sia tu a essere felice. Penso che potrei separarmene per un centinaio di dollari».

Lei mi allungava volentieri la banconota e io, nel giro di poche ore, ero al negozio di animali a comprare un castello per criceti o un nuovo migliore amico per il mio cincillà.

Ne vado fiera? Certo che no. Non molto. Il punto è che fra simili ci si riconosce. Vedevo Mel Wasserman esattamente per quello che period: un opportunista.
Un predicatore con l’anima da venditore di mobili.
Sapeva che persone che non potevano permettersi nemmeno un tavolino nuovo da 50 dollari avrebbero fatto qualsiasi cosa – pagato qualsiasi somma – nella speranza di rimettere in sesto la propria famiglia in difficoltà. Offriva agli psicologi incentivi economici perché mandassero i ragazzi da lui. E loro mettevano in mano ai genitori delle belle brochure blu che mostravano alloggi favolosi, paesaggi spettacolari e studenti felici intenti a giocare a tennis e andare a cavallo.

Testo estratto da una vera brochure CEDU di metà anni Novanta:

Fondata nel 1967, la CEDU Excessive College è il primo collegio per la crescita emotiva della nazione. Da noi gli studenti si formano grazie a un ricco piano di studi che comprende arti visive e performative, attività all’aria aperta, percorsi di guarigione e crescita personale. Gli studenti che presentano difficoltà psicologiche e comportamentali si costruiscono un futuro di successo imparando a esprimersi emotivamente, artisticamente e intellettualmente. L’approccio unico della CEDU Excessive College, a vocazione artistica, motiva gli studenti e li stimola a esplorare pensieri e sensazioni. L’arte è presente nelle materie di preparazione all’università, nell’educazione coinvolgente e nell’originale Programma di Crescita Emotiva CEDU. Il risultato? I ragazzi riscoprono i loro sogni e le famiglie si ricongiungono.

Complimenti al copywriter. Un genio del male.

Famiglie disperate si aggrappavano all’thought di un luogo artistico, intellettuale, dove un ‘amore duro’ avrebbe raddrizzato il figlio problematico che loro amavano ma non riuscivano a capire. Uno psichiatra dello workers veniva regolarmente al campus per portare farmaci e ragguagliare i genitori in merito ai progressi dei figli.

Gran parte dei ragazzi period come me: festaioli ribelli provenienti da famiglie conservatrici e giovani con l’ADHD cacciati da scuola. Alcuni avevano sperimentato l’erba o l’ecstasy, ma nessuno period veramente scafato quanto pensava di essere. Tanti erano homosexual, o pseudo tali, e i genitori religiosi non lo tolleravano. I ragazzi che passavano da una famiglia affidataria all’altra venivano da brutte situazioni di cui non avevano nessuna colpa, però andavano parcheggiati in qualche posto che fosse adeguato almeno sulla carta. Altri vivevano in mondi più oscuri: dipendenza, comportamenti violenti e predatori, depressione e istinti suicidi.

La decisione di mandarmi by way of è un argomento spinoso per i miei genitori. Non mi hanno mostrato alcun documento, perciò non so di preciso neanche in quale periodo sia successo tutto. Ho delle teorie, ma non so esattamente come siano arrivati alla CEDU, né chi li abbia convinti che fosse la loro unica opzione.

«Non si trattava solo di una ragazzina che marinava la scuola o rispondeva male» cube la mamma. «Lo abbiamo fatto per salvarti la vita».
E il papà aggiunge subito: «Avevi bisogno di andarci. Eri fuori controllo».
Wonderful della conversazione.
A me suona come un tentativo di scaricare la colpa, della serie: ‘Sei stata tu a costringerci a farlo!’ Però voglio bene ai miei genitori, non posso sopportare di privarli di questo meccanismo di difesa. Viviamo tutti con la dura eredità di quanto accaduto, lo facciamo al meglio delle nostre possibilità, e i miei, a modo loro, hanno mostrato rimorso.

«Mi dispiace che sia stata così dura».
«Mi dispiace che tu abbia dovuto passarne così tante».

Per molto tempo ho desiderato che dicessero ‘Mi dispiace, abbiamo commesso un terribile errore’, ma non ci sono ancora riusciti. Forse non succederà mai. Va bene così.
A essere onesti, neanche io ho mai detto loro: ‘Mi dispiace di avervi portato alla disperazione’.

Dunque, eccoci qui.

Mamma e papà: vi chiedo scusa. Sono profondamente dispiaciuta. Non sapere dove si trovi tuo figlio – anche questo è tortura psicologica. Mi dispiace di non aver compreso la crudeltà del mio comportamento. Mi dispiace che le mie scelte vi abbiano fatti sentire in balìa di una situazione senza by way of di uscita. Mamma e papà, vi voglio bene. E vi perdono, anche se non me lo avete chiesto. Spero che un giorno potremo tutti trasformare la nostra rabbia in qualcosa di buono. Advert esempio, delle leggi federali e statali che facciano il culo agli artisti della truffa sfruttatori di adolescenti in difficoltà e che impediscano loro di distruggere altre famiglie in futuro.

Andiamo avanti.
Da adesso in poi ATTENZIONE, CONTENUTI SENSIBILI. In una recensione apparsa sulla rivista Psychology At the moment del libro The Discarded Ones di James Tipper, pubblicato nel novembre del 2012, la dottoressa Jann Gumbiner paragona i programmi ai quali sono sopravvissuta alla Guyana di Jim Jones, al rapimento di Patty Hearst, all’esperimento carcerario di Stanford. Tanti di voi ne rimarranno turbati. Ed è giusto così. Dovrebbe venirvi voglia di piangere, lanciare questo libro dall’altra parte della stanza e gridare: ‘Non è giusto! Le cose devono cambiare!’ Turba anche me, ma io non verso più molte lacrime.

La dura verità è che, dopo un po’, mi sono desensibilizzata. Quando vivi l’orrore giorno dopo giorno, mese dopo mese, alla tremendous diventa normale. Mi costruii mura di pietra attorno al cuore, mura che nessuno, per oltre vent’anni, è riuscito a scavalcare o abbattere. Vivevo in modalità ‘non pensarci, non parlarne’. Non dare da mangiare alla bestia. Non darle ossigeno. Se ne andrà. Per molto tempo ci sono anche riuscita, ma di tanto in tanto capitava qualcosa capace di innescare un flusso di ricordi e di ansia, distruggendomi l’anima da capo.

Ecco che adesso la maniaca del controllo dell’immagine pubblica che vive dentro di me protesta: ‘No! Questo no! Fermati adesso!’ Come dicevo prima, non parlo volentieri di parti intime e funzioni corporee. Penso alle possibili ripercussioni per un marchio che ho faticato tanto a creare, un marchio basato su bellezza, risate, moda impeccabile, fragranze deliziose, innovazioni hi-tech, stile di vita lussuoso e anche sulla sofisticata arte del non prendermi troppo sul serio.

Ma la gente deve sapere di cosa si sta parlando quando si usano certi termini sterili quali ‘comunità di accoglienza’ o ‘industria degli adolescenti problematici’. Per riflettere, dovrebbe bastare il fatto di associare un termine come ‘industria’ a dei ragazzini, come materia prima. Ora non posso edulcorare tutto per evitare a voi, a me e anche ai miei genitori di stare male. Perché è con il silenzio che questa gente è riuscita a perpetrare abusi sui minori e a distruggere famiglie per decenni, in totale assenza di regole e controlli. Non permetterò loro di continuare a nascondersi nell’ombra. Non posso.

Nel 2021 ho collaborato con Dayzee, tramite Superplastic, a un NFT drop costruito attorno a un messaggio semplice: la verità rende liberi. Sono creazioni che raccontano come la mia storia sia stata manipolata dai media, in parte perché avevo paura di raccontarla io stessa.

Le cose sono cambiate. Io sono cambiata.

Quando mi sono resa conto che la mia storia poteva diventare un’arma contro quel muro di silenzio e vergogna, che avevo il potere di liberare me stessa e magari salvare la vita a qualcun altro, tutto quello di cui avevo paura mi è sembrato frivolo. Ero finalmente pronta per tirare fuori l’eroina che mi serviva mentre vivevo quell’inferno.
I nomi usati in questi capitoli sono tutti di fantasia, per ovvi motivi, e non fingerò di ricordare ogni conversazione parola per parola. Per buona parte del tempo che ho passato rinchiusa sono stata costretta advert assumere farmaci intesi a stordirmi e a rendermi ubbidiente. Credo che quelli volessero coprire le loro azioni offuscandoci la memoria. Mi sento come Alice nel Paese delle Meraviglie che cerca di rimettere insieme i pezzi di uno specchio rotto. Vi racconterò quello che è successo come meglio posso, vi dirò esattamente quanto è accaduto. Alcuni dettagli li porto impressi nella mente; altri sono confusi, ma ne ho la conferma da ricerche e testimonianze di compagni sopravvissuti.

Questa è la mia verità.

Altri potrebbero ricordare cose various, ma questa è la mia esperienza, come l’ho vissuta io. Vi prego di essere pazienti. Sono seduta qui, con gli occhi chiusi, il cuore impazzito, a cercare di riportare a galla tutto lo schifo che avevo disperatamente cercato di dimenticare.

Il libro

110121483 8850086e bba3 4b63 ba9b 8d296155562f - Paris Hilton, l’autobiografia: dalla setta per il lavaggio del cervello a quei 100 dollari sottratti alla sorellina

?

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here