In television è obbligatorio mostrare Sandy Marton e Sabrina Salerno e i motivi sono comprensibili, nelle interviste ai giornali invece Claudio Cecchetto parla di Hamilton Bohannon, che nessuno ricorda e che si mangiava tutti gli altri del mazzo di quel periodo d’oro. Ecco, concentrandosi, per pensare lateralmente, su Hamilton Bohannon risultava alla superb quasi tenera la visione l’altra sera su Rai 1 di Folks from Cecchetto, insolito docufilm su vita e opere di un personaggio che ha sì tracciato una storia imprescindibile da molti punti di vista, ma girato con una volontà celebrativa che alla superb si scontrava con la leggerezza della materia. Leggerezza rivendicata, ai tempi: Cecchetto arcigno e devastante produttore e organizzatore del divertimento collettivo che nasce negli anni 80 — e notoriamente, ogni cosa targata anni 80 è in automatico una reazione ai tetri 70.
Ovvio, potendo convocare a ricordo il prime dei prime, da Fiorello a Jovanotti, da Carlo Conti advert Amadeus a Gerry Scotti e così by way of, ci si è fatti ingolosire dalla potenzialità televisiva di ognuno. Per cui si è osata la prima serata di Rai 1, con risultati un po’ così. Anche per questo alla superb spiccavano gli interventi di Leonardo Pieraccioni, il cui cazzarismo naturale nel racconto si abbinava meglio alla tonalità dei contenuti. Leggeri, appunto: anche se poi è ovvio che sia stata anche una storia di conflitti e managerialità da professionisti e soprattutto di gente che creava un mondo, come accaduto. Lui, Cecchetto, oggi 71enne e occhiali alla Michael Caine, period pressoché emozionato a ogni intervento, gli altri buttavano dentro quintali di aneddotica e il senso period: quanto ci siamo divertiti. Una volta per avere questo obiettivo di sintesi si organizzava una serata da Costanzo, oggi si fa il docufilm.
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Aneddoto migliore, Amadeus vittima di uno dei celebri cazziatoni di Cecchetto. Che al tentativo di discolpa gli sibila: «Quando Baudo mi sgridava, io stavo zitto». E Amadeus: «Sì, ma lui period Baudo… Risultato? Non mi parlò per sei mesi».
