Buccaneers, la serie ispirata al romanzo di Edith Wharton, prima autrice a vincere il Pulitzer, avrà una seconda stagione. L’annuncio arriva da Apple television+ alla high quality della messa in onda dei primi otto episodi che hanno lasciato gli spettatori, a seconda di come volevano andasse la storia d’amore della protagonista Nan, o con l’amaro in bocca o con un senso di incompiuto.
Cinque “bucaniere” americane nella Londra del 1870, cinque amiche dell’alta società, figlie di imprenditori che hanno fatto fortuna, sbarcano nell’Inghilterra aristocratica ancora legata alla pratica antica del ballo delle debuttanti e al mercato matrimoniale che scandisce le stagioni.
Sono la vulcanica Conchita (Alisha Boe), l’insicura Jinny (Imogen Waterhouse), la tormentata Lizzy (Aubri Ibrag), la coraggiosa Mable (Josie Totah) e infine Nan (Kristine Froseth), ingenua e disinteressata alle questioni sentimentali finirà invischiata in un complicato triangolo amoroso con il Duca di Tintagel (Man Remmers) e con il suo migliore amico, lo spiantato Man Thwarte (Matthew Broome).
“È stata una vera e propria emozione vedere persone di tutto il mondo innamorarsi di questi personaggi, resi così vivi dal nostro solid spettacolare – ha dichiarato la creatrice della serie Katherine Jakeways – Sappiamo che la prima stagione ha lasciato il pubblico desideroso di sapere cosa succederà alle nostre bucaniere, quindi sono assolutamente felice di avere l’opportunità di esplorare le ulteriori avventure di questa intelligente, gioiosa e disordinata sorellanza”.
The buccaneers è il romanzo rimasto incompiuto a causa della morte dell’autrice di L’età dell’innocenza nel 1937, considerata la Jane Austen americana, discendente di una ricca famiglia di New York, moglie di un banchiere con disturbi mentali da cui divorziò, amica di Henry James, espatriata in Francia.
Abbiamo chiesto a Jakeways come il romanzo incompiuto avesse influenzato l’adattamento e lei ci ha detto: “Meno di quello che si possa immaginare. Gli otto episodi arrivano a raccontare soltanto un terzo del romanzo quindi non abbiamo dovuto caricarci l’onere di completare la storia di Edith Wharton, non siamo andati oltre quello che lei aveva scritto prima di morire”.
Una serie molto femminile nello sguardo, con tante attrici giovani al loro debutto advert alti livelli e la strepitosa Christina Hendricks, la rossa di Mad Males, nel ruolo della madre di Nan e Jinny, ma anche advert alto componente femminile nella troupe.
“È stata una grande gioia il fatto che nel staff creativo di scrittura fossimo tutte donne. Poi naturalmente abbiamo avuto anche degli uomini brillanti che si sono uniti a noi nella produzione della serie, ma è vero che all’inizio del processo il gruppo produttivo e di scrittura period composto solo da donne – ci ha raccontato l’autrice che viene da una lunga gavetta di attrice e scrittrice comica per la radio e la television – È stato molto piacevole lavorare insieme, abbiamo scherzato molto, forse più di quello che avremmo dovuto, eravamo molto appassionate nel mostrare questo elemento dell’amicizia femminile. E ci interessavano tutte le donne della serie, non solo le più giovani, io per età mi sento più vicina alle madri come Mrs St. George. Volevamo che le sequenze fossero veramente real nel raccontare i legami tra loro… non si trattava solo di storie d’amore e matrimonio. Abbiamo parlato molto di noi, delle nostre esperienze, delle nostre amicizie femminili, delle nostre madri o sorelle e tutto questo è entrato nel lavoro di scrittura che è durato tre anni”.
La storia di Katherine Jakeways è ovviamente molto più lunga. “Sono stata attrice per diversi anni, dopo l’Università ho fatto la scuola di recitazione a Londra e ho lavorato per un po’ di anni con un successo medio come attrice di commedia in television. Ho scritto dei personaggi comici per me stessa e ho finito per fare dieci anni di lavoro alla radio scrivendo prima parti per me e poi per altre attrici, così sono diventata sceneggiatrice. Questo il mio primo grande present television, ci è voluto tempo, 25 anni da quando ho lasciato la scuola di recitazione. The Buccaneers è una grande opportunità, un progetto su grande scala. Essere stata per tanti anni un’attrice mi ha aiutato nel processo di scrittura dei personaggi perché quando per tanti anni hai dovuto pronunciare un dialogo in scena è come se acquisissi un ritmo che è molto utile anche nella scrittura. Quando scrivo dialoghi, la mia famiglia ormai si è abituata, li recito sempre, li leggo advert alta voce perché solo così capisco come suonano e se funzionano per i personaggi”.
