È morto Shane MacGowan, i Pogues perdono la loro anima. “In Paradiso ci sono alcol, sigarette e canzoni irlandesi”

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Leggenda. A poche persone il termine calza a pennello come a Shane MacGowan. Il mondo lo ha conosciuto come voce e frontman dei Pogues, il rivoluzionario gruppo che negli anni Ottanta e Novanta, unì la musica people irlandese al rock e al punk, facendo in modo che le parole “festa”, “concerto”, “sbornia” ed “eccesso” stessero indissolubilmente all’interno della stessa frase.

E, a suo modo, eccessiva è stata anche la malattia che lo ha stroncato: una rara encefalite cerebrale, una malattia che comporta il rigonfiamento del cervello e difficoltà di parola o perdita di movimento. “Soffro di encefalite”, aveva detto agli spettatori di un suo concerto, mentre indossava un paio di occhiali da sole.

Infatti – a causa della malattia – la visione della luce, provocava al cantante intensi dolori che, tuttavia, MacGowan ha “sempre provato a superare, tentando comunque di trascorrere un felice Natale con i suoi amici e fan”, spiegava la moglie Victoria Mary Clarke.

“L’ho notato sul suo viso. Il suo occhio stava diventando rosso e cominciò a chiudersi”, aveva raccontato Victoria al giornale The Sunday Unbiased, per ricordare il drammatico momento in cui il marito si period ammalato. MacGowan si è spento a 65 anni, alle 3 e 30 della notte del 30 novembre, come riportato dalla famiglia: “Period la nostra persona più bella, cara e amata”.

Denti nuovi

Nel 2015, MacGowan aveva già subito una frattura al bacino (che lo portò advert usare una sedia a rotelle per le sue apparizioni) e, oltre all’encefalite cerebrale, ha poi contratto l’herpes zoster. Ancora prima, nel 2006, dopo una notte di bevute in Irlanda, si fermò per urinare, ma inciampò e cadde contro un muro, distruggendo i pochi denti rimasti. Ci vorrà qualche anno, prima che decida di rimettere mano alla sua famigerata dentatura: dopo sei interventi, nel natale del 2015 mostrò al mondo la nuova dentatura ispirata a quella dell’attore irlandese Michael Fassbender. Unica eccezione: un incisivo in oro, fortemente voluto da Shane. L’artista durante un’intervista lo descrisse come “attractive”. Il “nuovo sorriso” di MacGowan venne raccontato da Sky Arte, in un doc dal titolo: Shane MacGowan: A wreck reborn.

La denuncia di Sinéad O’Connor

Shane ha anche avuto problemi con l’eroina, culminati in un arresto. A farlo incarcerare, per cercare di metterlo in riga, fu la sua collega e amica Sinéad O’Connor: “È un angelo vicino alla high-quality che ha bisogno di aiuto. È andato troppo lontano, ha raggiunto lo stadio in cui fisicamente non riesce a fermarsi per smettere di bere, si è provocato troppi danni”, aveva detto la cantautrice.

Il Natale

Shane period nato il giorno di Natale del 1957 in Inghilterra, da genitori irlandesi provenienti da Puckhaun, vicino Nenagh, nella Contea di Tipperary. La madre period una cantante e ballerina di musica tradizionale irlandese, mentre il padre lavorava per la diocesi.

Alcolista a quattro anni

E’ probabile che i suoi problemi con l’alcol inizino da quando aveva quattro o cinque anni. I genitori, infatti, lo portavano al pub, e lui non si addormentava, e quindi gli facevano bere birra calda, a volte con qualcosa d’altro dentro. Verso gli undici anni aveva iniziato a cantare e a bere negli stessi pub dai quali i suoi genitori erano usciti con due cirrosi epatiche mortali.

Il trasferimento a Londra

Shane visse in una fattoria irlandese fino all’età di sei anni, quando la famiglia si trasferì a Londra. Nel 1976 assistette a un concerto dei Intercourse Pistols a Londra ed iniziò a far parte del movimento punk. In quel periodo formò il suo primo gruppo, i The Nipple Erectors (più tardi accorciato in The Nips) che si fecero conoscere a Londra come gruppo di supporto dei Conflict e dei Jam.

Nascono i Pogues

Nel 1981 conobbe Spider Stacy e Jem Finer e insieme decisero di formare il prototipo di quello che più avanti saranno i Pogues. Prima di chiamarsi Pogues, passando per diversi cambi di formazione, il gruppo si chiamò inizialmente Millwall Chainsaw, poi The New Republicans e infine Pogue Mahone (storpiatura dell’espressione gaelica póg mo thóin che significa “baciami il sedere”) venne censurato e da qui nacque il nome definitivo del gruppo. Shane rimase nei Pogues fino al novembre 1991, quando ufficialmente viene licenziato a causa dei problemi di alcol e dei continui ritardi alle show e ai concerti.

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Grandi canzoni

Dopo alcune collaborazioni, nel 1992 forma il gruppo dei Popes. Recentemente ha lasciato i Popes, che continuano però a pubblicare album, per rientrare nei Pogues con cui effettua reunion annuali. Shane ha scritto memorabili canzoni tra le quali Fairytale of New York definita una delle più belle canzoni di Natale di sempre. Ma il brano natalizio è ben accompagnato da altre grandi canzoni quali A pair of brown eyes, Haunted, That girl’s obtained me consuming, The minstrel boy e I put a spell on you, solo per citarne alcuni.

Una vita da strafatto

Shane ha passato gran parte della sua vita fatto di qualcosa. Alcool, cocaina, eroina e sigarette gli hanno stravolto i connotati e devastato i denti. Nel 2001 Sinéad O’Connor lo denunciò alla polizia, sperando che un arresto lo avrebbe obbligato a smettere. “È un angelo vicino alla high-quality che ha bisogno di aiuto – disse la cantautrice – È andato troppo lontano, ha raggiunto lo stadio in cui fisicamente non riesce a fermarsi per smettere di bere, si è provocato troppi danni”.

La svolta

Solo nel 2016, dopo che, in ospedale, period stato a lungo tra la vita e la morte, ha smesso. Aveva 59 anni e una donna che lo ha amato da sempre, la giornalista Victoria Mary Clarke. Da quelle notti di pronto soccorso i due si erano chiusi in casa, lui usciva solo per suonare. Con lei accanto. E a casa non ricevevano nessuno.

La donna della vita

Victoria è di 9 anni più giovane, ed è stata abbandonata per strada dai genitori, cui dava fastidio, perché la mamma aveva 16 anni – sicché è cresciuta in un orfanotrofio e, a 16 anni, ha incontrato Shane in un bar ed è rimasta con lui. All’inizio quasi come una sorella, poi come amante e infine come “misura dei suoi sogni”. La persona della vita, la stessa che raccoglierà in forma di intervista, la spassosa autobiografia del marito Una pinta con Shane MacGowan (Tsunami, pp. 352, 23 euro).

Una famiglia di spiriti liberi

“Ho capito di essere un artista a quattro anni, quando ho avuto il morbillo” ha raccontato MacGowan. “È stato un morbillo strano: le macchie non sono venute fuori, ma mi sono andate alla testa, e sono ammattito per un mese. Ed è allora che ho iniziato a inventare storie e canzoni”. A favorire il suo sviluppo da ribelle, un contorno di parenti che definire spiriti liberi è poco: “Zia Ellen nascondeva i membri dell’Ira sotto il letto, dietro i vasi da notte. Quando i soldati inglesi, in cerca di ribelli, perquisivano la casa, alla sola vista dei vasi da notte non osavano avvicinarsi” racconta il musicista.

Pericolo bagno

“Zio Mick period un bel personaggio: credo che non abbia mai fatto un bagno in vita sua. Sembrava un minatore, perché period nero dalla testa ai piedi. Quando all’età di 87 anni lo hanno portato in ospedale per un’inezia, gli hanno fatto il bagno. Siccome period sempre ricoperto di terra nera, l’esposizione improvvisa della sua pelle all’aria fresca lo fece ammalare. E morì. O almeno questa è la spiegazione che ci davamo in famiglia. Questo episodio mi impressionò, e probabilmente è il motivo della mia avversione per il bagno”.

Il piccolo Shane

“La cosa che mi dispiace di più è aver infranto i sogni di mia madre sul mio futuro accademico”, confessava. “A scuola mi dicevano che ero un vero talento nella scrittura: gli insegnanti che leggevano i miei temi rimanevano sbalorditi. Vinsi una borsa di studio per la migliore scuola d’Inghilterra, a Westminster. Ma lì mi facevo di pillole e di acido, e venni sbattuto fuori dopo poco. Un’anziana signora mi vide fumare una canna con un amico davanti a casa mia e chiamò la polizia. Mi diedero un anno di libertà vigilata: dovevo andare regolarmente da un funzionario alla sorveglianza e dirgli che non prendevo droghe. Beh, lui mi credeva, anche se quando andavo da lui ero sempre sballato”.

La folgorazione

Poi, nel 1982, l’illuminazione che porta alla nascita dei Pogues: “Ho capito che si poteva suonare musica irlandese con un ritmo rock”.

Il primo tour con Elvis Costello

Nel loro primo tour i Pogues fanno da spalla a Elvis Costello. “Eravamo arroganti: ritenevamo che in realtà quello fosse il nostro tour, dove stranamente la gente voleva vedere anche Costello. Finito il nostro reside iniziava quello di Costello, e io e gli altri andavamo nel suo camerino e ci bevevamo lo champagne e la sua vodka pregiata, invece della cassa di birra che avevamo nel nostro”. Più volte i Pogues rischiarono di essere sbattuti fuori dal tour. “Non l’hanno fatto: credo che in qualche modo fossero intimiditi da noi, e i fan di Costello sembravano intimiditi dai nostri fan. Comunque se ci avessero sbattuto fuori avremmo avuto pronta una pubblicità fantastica: “Costello ci caccia perché è un vecchio palloso”. E la vita di MacGowan, invece, è totalmente fuori dai binari.

Le voci dei Maori

“Durante un tour in Nuova Zelanda siamo stati in un lodge costruito su un cimitero Maori. Una notte mi ero sballato e ho sentito delle voci nella testa: erano – o almeno così mi sembrava – i Maori che mi parlavano. Dicevano che dovevo dimostrare di essere uno di loro, e che le pareti dell’lodge erano tutte sbagliate: al loro posto volevano delle pitture murali” spiega. “Allora mi parve ragionevole accontentarli: dipinsi tutte le pareti della mia digicam. Poi i miei vestiti. Infine ho superato quella che per i Maori, nella mia testa, period la prova finale: pitturarmi il corpo di blu, colore della battaglia. Il mattino dopo Frank (Murray, supervisor del gruppo, ndr) è venuto a bussarmi, ho aperto la porta tutto nudo e blu e gli ho detto: ‘Beh, guarda cosa mi hanno fatto fare i Maori!'”.

Il problema MacGowan

Lo stile di vita di Shane, nel 1991 diventa un problema. “Frank ha costretto gli altri a diventare dei professionisti, ma non ci è riuscito con me: non abbiamo mai fatto un concerto professionale finché sono stato con loro sul palco, e me ne vanto” rivendicava l’artista. “Io però nel ’91 mi sentivo stanco di suonare la stessa roba sera dopo sera. Mi sembrava di fregare il pubblico. Nella mia vita ho cercato di non scendere a compromessi, e in un certo senso ho avuto fortuna: non ho dovuto farlo a lungo perché sono stato cacciato dai Pogues proprio nel momento in cui non potevo più farlo”.

I Popes

MacGowan dopo i Pogues fonda i Popes, ma la delusione resta: “Le persone nel music enterprise possono essere le peggiori che incontri” spiegava. “Gli artisti per natura devono essere sensibili, altrimenti non proverebbero le cose che provano e non sarebbero capaci di creare e comunicare. E suppongo che sia più facile fottere le persone che sono sensibili e che probabilmente sono fuori di testa per l’alcol o le droghe che li aiutano advert andare avanti nella vita, così non prestano attenzione al lato commerciale delle cose e di solito non possono capire i contratti, vogliono solo essere pagati per suonare musica e firmeranno qualsiasi cosa”. E per i Pogues di MacGowan, suonare è un’esigenza primaria.

Strappare il cuore al pubblico

“Noi volevamo colpire duramente il pubblico nel cuore e nelle viscere. Volevamo fargli sentire tutto ciò che una persona può provare strappandogli il cuore e facendoli ballare e scopare. Volevamo farli piangere, ridere, cantare”. Un’esperienza totale, che arriva a trascendere la dimensione terrena: “Nel Paradiso ci sono alcol, sigarette e corse di cavalli”, spiegava. “Me l’hanno detto in famiglia. Sì, in Paradiso puoi fare tutto questo. E puoi cantare canzoni irlandesi”.

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