Ornella Vanoni e Gino Paoli, la pazza thought: “Un concerto insieme, ma dovremmo avere la voce tutti e due”

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Li avevamo rivisti insieme alla high-quality di ottobre a Che tempo che fa, lui ospite per presentare il suo libro, lei “resident” del programma e insieme, non c’è che dire, fanno sempre faville. E così è andata anche al Piccolo Teatro Grassi di Milano dove per oltre un’ora Gino Paoli e Ornella Vanoni hanno fatto ridere e sognare il pubblico, tra battute, frecciatine e ricordi del loro sodalizio umano e artistico. L’occasione: la presentazione a Bookcity del libro di Paoli Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni, scritto con Daniele Bresciani ed edito da Bompiani. Fra le molte chiacchiere, l’accenno al sogno di molti (più che un accenno, visto che già se ne period parlato da Fabio Fazio): un nuovo concerto insieme.

Gino Paoli e Ornella Vanoni, la reunion da Fabio Fazio sulle be aware di ‘Senza high-quality’

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La proposta è arrivata da Ornella che nel corso dell’incontro ha detto a Paoli: “Facciamo un concerto insieme? Immagino una bellissima orchestra, con musicisti eccezionali, tantissime luci ma senza ballerini, se mai balliamo noi. Si apre il sipario e noi iniziamo a cantare”. Ma tra le risate del pubblico Paoli ha replicato “no, non lo facciamo, alla nostra età e se qualcuno non lo sapesse i prossimi nostri sono 90. A me viene da ridere”. La cantante ha spiegato a sua volta che “uno nella vita pensa: morirò, ma non mi ero preparata advert arrivare a 90 anni”. Paoli ha un po’ ceduto alla proposta, “mi piacerebbe fare uno spettacolo che sia verità perché quello che mi dà fastidio oggi è l’ipocrisia della finzione, che è la chiave di lettura del nostro tempo. Si può fare, vediamo ma bisogna avere la voce tutti e due”.

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I due artisti sul palco del PIccolo Teatro Grassi di MIlano durante l’incontro nell’ambito di Bookcity

 (fotogramma)

L’incontro è stata l’occasione per ripercorrere gli anni della giovinezza, quando i due si sono incontrati e piaciuti, poi si sono innamorati. Anche se prima, tra loro, c’è stato qualche malinteso come ha raccontato Paoli, perché nell’ambiente si diceva che lui period homosexual e che la Vanoni fosse lesbica. “Essendo molto rispettoso non sapevo come muovermi – ha spiegato il cantautore – poi non ne potevo più e gliel’ho chiesto ma lei ha risposto di no. E siamo andati nell’albergo più vicino”.

Il loro è stato un grande sodalizio artistico che a differenza della storia d’amore é durato tutta la vita. “Ho capito subito che c’period in Ornella l’interprete più giusta che ci potesse essere nella musica leggera – ha raccontato Paoli – però ai tempi non ci credeva nessuno che lei potesse farcela. Ci sono cantanti bravi con una tecnica infinita, oggi, però gli manca l’interpretazione che significa essere come quei pervertiti che vanno ai giardini pubblici e fanno gli esibizionisti. L’artista vero apre l’impermeabile sul palco e fa vedere la sua anima”.

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(fotogramma)

Vanoni ha parlato di Paoli come “un grande interprete ma non un grande cantante. All’inizio aveva una voce un po’ così, poi è migliorato e ne ha avuta una più piena e matura. È un grande interprete dei suoi pezzi e di quelli che ha amato”. E ha ricordato quando, giovane e timidissima, si è avvicinata a Paoli che conosceva appena per chiedergli di scrivere una canzone per lei. “Quando mi ha chiesto di scriverle una canzone sono stato ispirato perché a quei tempi period una gnocca pazzesca – ha sorriso Paoli – e credo che questo abbia influenzato la mia ispirazione. Il cuore di Ornella aveva già quella possibilità, perché puoi cantare bene o male, ma la cosa importante è che dentro quello che canti ci sia il tuo cuore: E Ornella lo sa fare”.

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