Leggiadra, incantevole e armoniosa. Carla Fracci, scomparsa nel 2021,non period solo leggera come una piuma, ma anche santa, per i tanti sacrifici, che fanno tutte quelle che mettono la danza al primo posto nella loro vita, e soprattutto period un’artista che univa alla perfezione della forma un contenuto di vera passione ed empatia.
Codice Carla, docufilm di Daniele Luchetti in sala dal 13 al 15 novembre con Nexo Digital, racconta tutto questo e altro ancora grazie a un grande materiale di repertorio e le testimonianze d’eccezione di Roberto Bolle, Jeremy Irons, Marina Abramovic, Carolyn Carlson, Eleonora Abbagnato, Alessandra Ferri, Enrico Rava, Chiara Bersani,il marito Beppe e il figlio Francesco Menegatti, Luisa Graziadei, Vittoria Regina, Gaia Straccamore e Hanna Poikonen. A questo si aggiungano le musiche degli Atoms For Peace edite da Thom Yorke e Sam Petts-Davies, con Thom Yorke a ricoprire anche il ruolo di Music Supervisor del movie.
Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021), donna gentile e tenace, fosse, oltre che una straordinaria ballerina, una grande interprete capace di essere credibile in ogni ruolo. “Della Fracci non sapevo nulla. Ho capito che questo movie period possibile – sottolinea Daniele Luchetti – quando, guardando un suo balletto di repertorio, mi sono ritrovato a sentire un brano di Thom Yorke, period una collisione che funzionava, Carla diventava contemporanea. Così ho chiamato Yorke e lui si è dimostrato disponibile a collaborare”.
Tra le testimonianze forse più suggestive di Codice Carla quelle del marito e del figlio della ballerina, Beppe e Francesco Menegatti. Il primo ancora incapace di affrontare l’assenza della moglie, mentre Francesco vede il tutto nella prospettiva di un figlio con una madre ingombrante, ma comunque sempre presente.
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Due i temi che emergono con forza in questo docufilm: il primo è il grande dolore che affronta ogni ballerino che deve necessariamente convivere con un corpo sempre dolorante per abuso di prestazioni e, l’altro, la precarietà, la magia di un corpo sempre al limite. “Cinema e danza sono figli della stessa divinità – cube Daniele Lucchetti – in entrambi c’è un rapporto molto forte tra luce, suono e movimento. Un ballerino e un attore hanno in fondo la stessa esigenza di dimenticare la fisicità e attivare altre cose, ovvero stare in maggior contatto con le proprie emozioni”. Riguardo al futuro il regista racconta: “Sto lavorando a un movie tratto da un romanzo di Domenico Starnone dal titolo Confidenza. Questa volta sarà un movie movie”.