Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”

0
105
giulio-base:-“favino-ha-ragione-sugli-attori-italiani-ma-io-non-vedo-l’ora-di-vedere-il-napoleone-di-phoenix”

È un movie sul cinema, sull’ossessione per un progetto, sull’incontro di due diversità il movie di Giulio Base A la recherche presentato alla Festa di Roma nella sezione Freestyle e in sala dal 2 novembre distribuito da Eagle Footage. Sullo sfondo dell’Italia del 1974 tra il competition di Cannes che incorona Una conversazione di Francis Ford Coppola e le strade italiane che sono ostaggio del terrorismo l’incontro tra un’aristocratica francese e uno sceneggiatore italiano ha lo scopo di realizzare un adattamento di À la Recherche du Temps Perdu di Marcel Proust da sottoporre niente meno che a Luchino Visconti. I due si mettono al lavoro tra tensioni, battibecchi e incomprensioni. Interpreta l’aristocratica Ariane l’attrice di Nikita Anne Parillaud, mentre lo sceneggiatore italiano è lo stesso regista.

‘A la recherche’, Giulio Base sulle tracce di Proust e Luchino Visconti

gif;base64,R0lGODlhAQABAAAAACH5BAEKAAEALAAAAAABAAEAAAICTAEAOw== - Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”

Il progetto di un movie di Visconti da Proust è un fatto reale della storia del cinema. Come nasce l’thought di questo movie omaggio alla creazione cinematografica?
“La storia è vera e chi ama Visconti come me sa che è stato il sogno di tutta una vita adattare Proust. Non solo suo ma anche della produttrice che ha tentato di farlo facendo scrivere un primo adattamento a Flaiano, fresco dell’Oscar con Fellini, poi Suso Cecchi D’Amico, infine Harold Pinter per la versione di Joseph Losey (che pure non si realizzò, ndr.). È un progetto mancato di molti e questa storia da amante del cinema e della sua storia mi incuriosiva. L’thought è venuta al mio amico Paolo Fosso che mi ha proposto questo copione che mi ha detto ‘Ho scritto un ruolo per te’. L’ho letto mi è piaciuto moltissimo ma poi gli ho detto: ‘Certo Paolo come mi vedi… uno sceneggiatore sfigato negli anni Settanta…” scherzando perché c’è qualcosa di me in questa simpatica canaglia che fa cose alimentari come i movie di Franco e Ciccio, di Gringo… però ha delle ambizioni, dei sogni più alti”.

121901370 16a311ca 39e3 4c22 8177 6d9094a40bc6 - Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”
cilli 

Un movie di dialoghi.
“Abbiamo messo in scena quello che a me manca molto, la dialettica. Gli anni Settanta sono anni che Minà direbbe magnifici e che però si possono anche definire plumbei perché il piombo period presente. Io ero un ragazzino ma me li ricordo, ci si parlava e ascoltava di più e mi manca oggi che è tutto un muro contro muro. Il contrasto tra questi due personaggi mi affascinava: lei aristocratica, lui un provinciale, lei ricca, lui un poveraccio, sul cinema la vedono in modo totalmente diverso si scontrano, ma si parlano e trovano una zona di conforto nelle loro vite di sconfitti uno con l’altro”.

Il movie è girato tutto in questa grande villa, come avete lavorato sulla messinscena per movimentare l’azione?
“C’è stato un grande lavoro di show, cosa che io non ho mai fatto per un movie ma è stata la conditio sine qua non mi ha messo Anne per accettare di fare il movie, due mesi di show. Quindi io sono andato a Parigi e abbiamo cominciato queste show serie, io sono un gran lavoratore ma lei è indefessa. Ci siamo preparati come fosse una pièce teatrale d’altronde l’impianto è quello, poi io mi sono ingegnato per far sì che non si sentisse questa claustrofobia che non sempre è negativa, ma qui non doveva essere. Ho scelto di ambientarlo in una villa perché ci permetteva spazi diversi e poi ho utilizzato una tecnica che al ventinovesimo movie non avevo mai adottato: ogni sequenza un unico obiettivo. Perché poco prima di iniziare le riprese ho riletto Le notice sul cinematografo di Bresson che diceva ‘non è che si cambiano occhiali ogni volta che si legge, perché cambiate obiettivo?’ Ho seguito il consiglio perché il suo cinema è quanto mai puro. Così ho scelto un solo obiettivo per ogni scena andando sempre più addosso ai personaggi sia per scrutarli che per voler loro sempre più bene”.
Il mondo di fuori, dal competition di Cannes del 74 alla politica, alla crisi economica, entrano solo attraverso la radio, i giornali… Quanto period importante che ci fosse ma rimanesse tutto questo sullo sfondo?
“Nella prima stesura questo mondo esterno avrebbe dovuto vedersi con materiale di repertorio e l’ho pure montato poi mi sono reso conto che portavano by way of e questa empatia che si cominciava a provare per i personaggi se ne andavano. L’ho tolto e ho lasciato un’eco che ti fa ricordare dove siamo ma che in fondo non è così importante perché quel che importa è il rapporto tra loro, il vivere”.

121903362 a1e67bb2 e384 4a9d 9264 4c6da5d7674a - Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”
cilli 

Il personaggio di Ariane alla advantageous propone a Pietro di andare alla prima di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Anne Parillaud ha lavorato con Scola in Che ora è? Con Mastroianni e Troisi, un omaggio a lui, a lei?
“Massì entrambi. La contingenza period che mentre lo scrivevamo abbiamo cercato di essere filologici e rispetto all’anno 1974 quando cercavamo cosa potevamo andare a vedere al cinema, nell’ottobre di quell’anno c’period la prima di C’eravamo tanto amati e ci è sembrato perfetto. Il fatto che Anne abbia lavorato con Scola, che il movie sia uno dei miei preferiti, e non soltanto mio, cascava perfettamente. Miguel Gotor in Generazione Settanta cube che il ’74 è l’anno cruciale e in effetti io credo sia proprio un anno di svolta nella storia di italiana e quel movie ne fa parte”.

Tax credit score, come cambia la legge per il cinema

a cura della redazione Spettacoli

164423298 73902813 4174 4e40 81d4 0f46d22e4617 - Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”

A Venezia c’è stata la polemica di Pierfrancesco Favino sui ruoli italiani non advert attori italiani e ora il sottosegretario Lucia Borgonzoni ha annunciato che il tax credit score al 40% sarà dato a quei movie che hanno regista, attore o sceneggiatore italiano. Lei cosa ne pensa?
“Stimo tanto sia Pierfrancesco Favino con cui ho lavorato come attore in Corro da te, sia il sottosegretario che mi sembra si stia impegnando molto con il cinema. La risposta di massimo è che sono d’accordo poi le cose sono più complesse, andrebbe fatto un discorso lunghissimo che cerco di riassumere. Se ci raccontano grandi miti italiani sono d’accordo che dovrebbero essere interpretati da attori italiani fatto salvo che poi l’estremizzazione dall’altra parte farebbe sì che tre quarti del cinema mondiale fatto fino a pochi anni fa sarebbe da buttare. Russell Crowe che fa l’imperatore romano fa ridere, per non parlare Laurence Oliver che fa Otello, consentite agli attori di fare gli attori e agli artisti di fare gli artisi. Poi certo sui cardini identitari di un popolo sarebbe giusto così anche se Ridley Scott gira Napoleone con Joaquin Phoenix e io non vedo l’ora di vederlo anche se non è francese”.

‘Napoleon’, Joaquin Phoenix imperatore per Ridley Scott – trailer

gif;base64,R0lGODlhAQABAAAAACH5BAEKAAEALAAAAAABAAEAAAICTAEAOw== - Giulio Base: “Favino ha ragione sugli attori italiani ma io non vedo l’ora di vedere il Napoleone di Phoenix”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here