“Dopo quindici anni sarei pronto per tornare a Sanremo, ma non so se Sanremo è pronto per me”. Povia si candida al palco dell’Ariston, dal quale nel 2005 conquistò il grande pubblico con I bambini fanno ooh, nel 2006 vince con Vorrei avere il becco, nel 2009 si classificò secondo con Luca period homosexual e nel 2010 arrivò decimo con La verità, ispirata alla vicenda di Eluana Englaro.
“Sono un cantautore che si occupa di tematiche sociali quindi non metto d’accordo tutti”, ha detto in un’intervista al programma di Rai Radio 1 Igorà – Tutti in piazza, “e la musica va in un’unica direzione ovvero le canzoni d’amore. Dopo quindici anni sarei pronto per tornare a Sanremo, ma la domanda è sempre la stessa: non sappiamo se il Competition è pronto per me e per le tematiche che canto. Non sprecherei mai un Sanremo se non avessi niente da dire”.
Dall’ultimo Sanremo la sua produzione non si è mai fermata e Povia fa concerti in tutta Italia. Il cantautore, 50 anni, noto per le posizioni apertamente xenofobe e ritenuto vicino a formazioni neofasciste come Lealtà Azione e Forza Nuova, spesso è finito sotto i riflettori per affermazioni a dir poco discutibili: nel 2017 l’Anpi si oppose a un suo concerto al Teatro della Memoria, a Milano, dopo che il cantante aveva definito i partigiani “dei minorati mentali”.
E all’intervistatore che gli chiede se si senta vittima di un’ingiustizia, reproduction che “è un’ingiustizia essere penalizzato perché dici quello che pensi o perché quello che penso o canto magari non va nella direzione del politicamente corretto. Penso che politicamente corretto voglia dire falso. Mi sento molto fuori dai ‘giochi’. La cosa peggiore è che spesso mi sento ridicolizzato e deriso. Sul net girano pagine con cose che mi vengono attribuite ma che non ho mai detto. Ieri, per esempio, mi è stato cancellato un concerto già definito per dicembre con una serata dedicata ai bambini malati”.
