Teresa Guccini si unisce all’appello di Fedez: “Anche io senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia”

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Dopo l’appello di Fedez a donare il sangue, e che sta già avendo i suoi effetti positivi con um increase di donazioni a Milano, ne arriva un altro. È quello di Teresa Guccini, figlia del cantautore, che in un submit sui social ha voluto raccontare la sua storia, ringraziare i donatori del sangue e rinnovare l’invito alla donazione. 

Nel submit Teresa Guccini racconta l’esperienza drammatica del parto. “Questa foto è del 15 dicembre 22 ed è il momento esatto in cui sono ritornata molto provata in ostetricia dalla terapia intensiva e ho rivisto il mio Pietro arrivato dalla neonatologia un giorno dopo la sua nascita. Ero letteralmente distrutta e tratti senza memoria”. La donna scrive la sua esperienza ispirata dall’appello di Fedez: “Anche io senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia ed è perciò doveroso ringraziarli”.

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Teresa entra anche nei dettagli di quello che le è accaduto: “La mia è stata una gravidanza perfetta e ho fatto un parto naturale, eppure, quando ho espulso la placenta, ho avuto una emorragia gravissima stimata intorno ai 2200cc che mi ha fatto scendere l’emoglobina a 4. Avere l’emoglobina a 4 all’improvviso (il minimo è 12) significa essere a un passo dall’andarsene. Ci ho messo mesi a elaborare quanto accaduto perché nella gioia della nascita non ho pensato a me stessa. Sono stata portata immediatamente in sala operatoria e da lì non ricordo più nulla. Mi sono svegliata in rianimazione il giorno dopo immobilizzata e intubata e senza Pietro, confusa e senza sapere bene cosa fosse accaduto. È stato difficile ma senza 4 emotrasfusioni e la prontezza degli anestesisti, ostetrici, ginecologi e rianimatori dell’Ospedale Santorsola non ce l’avrei fatta”.

“Donare il sangue è fondamentale così come affidarsi a strutture organizzate per partorire” prosegue, “perché durante un parto naturale possono accadere molte cose ed essere lontani da una rianimazione e da una rianimazione neonatale può virare in peggio l’esito delle cose. Partorire a casa può essere romantico ma non penso sia una scelta saggia per il proprio bene e per quello del vostro bambino in momenti in cui i secondi fanno la differenza. Io mi sono persa i momenti più belli, quelli di quiete dopo un parto naturale, quelli in cui ci si gode il proprio bimbo sulla pancia e ci si rende conto di una nascita ma posso dire di essere stata fortunata nella sfortuna. Ringrazio ancora tutto lo employees dell’ospedale e i donatori che mi hanno permesso di raccontarvelo”.

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