Zecchino d’oro, tra brani punk e latin spunta l’autrice Loredana Bertè: “Parlo di vita ai ragazzini incollati al net”

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Bisogna che tutto cambi perché non cambi nulla. Logica gattopardesca, o semplice constatazione che i tempi sono in continua mutazione. E chi è legato allo Zecchino d’oro dell’imbrillantinato Zurlì Mago del Giovedì, al coro diretto da Mariele Ventre, alle canzoncine zuccherose, spensierate e surreali che anche per questo restavano appicciate all’orecchio (dicono qualcosa quei 44 gatti in fila per 6 col resto di 2?), insomma al clima da cose fatte in casa tipo pane e marmellata della mamma, stavolta si troverà spiazzato nell’ascoltare già on-line da oggi le 14 concorrenti all’edizione numero 66, che verrà trasmessa dall’Antoniano di Bologna su Rai 1 dall’ 1 al 3 dicembre, con la direzione artistica di Carlo Conti.

Le sonorità sono reggae, dance, punk, brit-pop, latin. Autori come Matteo Bocelli, Maurizio Fabrizio, Paolo Vallesi, Lorenzo Baglioni, Max Gazzè e soprattutto Loredana Berté, una così trasgressiva che una volta c’period chi la additava a cattivo esempio per la gioventù e adesso scrive (Rosso): “voglio dire ai miei fratelli questa volta stiamo attenti, al primo allarme di qualcuno alziamo forte la nostra voce per ogni bambino che hanno messo in croce”.

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Un testo scritto negli anni Novanta – racconta la cantante – “mi trovavo a casa di Vauro, vedo arrivare uno scricciolo su un girello, period Rosso, il figlio di Vauro, e ho avuto una folgorazione. Più attuale che mai, si parla di ragazzini incollati ai pc che navigano in Rete”. E fra i temi, l’Unione Europea si alterna ai consigli per lavarsi i denti, il surriscaldamento globale alla raccomandazione di non mettersi le dita nel naso, l’invito a mangiare sano al rispetto del diverso. Vasto programma (e non solo nel senso televisivo) usando una citazione di De Gaulle. Il mondo salvato dai ragazzini, per dirla alla Elsa Morante.

Qualcuno si chiederà sé è giusto tutto questo, in una gara di canzoni per bambini, ma appunto è il discorso dello stare al passo coi tempi, il raccontarli e il cantarli. Giovanni Anversa, vicedirettore di Rai 1, la spiega così: “In questo momento di cose di senso ce ne sono poche, lo Zecchino è quasi un competition dei valori, queste canzoni raccontano del contemporaneo in punti cruciali, magari anche minimi, ma fanno parte del bisogno di ritrovarci”. E Carlo Conti, direttore artistico e presentatore della puntata finale (nelle altre due ci sarà Carolina Bencivenga), si dichiara entusiasta della scelta di aver abbandonato Sanremo per passare all’Antoniano: “Il Vangelo cube che se non torneremo bambini non entreremo mai nel regno dei cieli. E magari non si starebbe per settimane a parlare di una pesca”. Eh sì, ai tempi il dibattitto period sul caffè della Peppina che non si beve la mattina, né col latte né col tè, ma perché?

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