Ella Jenkins, la rivoluzione musicale parte dai bimbi: e a 100 anni non è finita

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New York – L’altra grande Ella della musica si chiama Jenkins, ha celebrato i cento anni, ma potrebbe averne cinque o dieci, dodici, di certo non più di sedici. Perché la sua storia artistica e molto americana ha congelato la sua età: lei, stesso nome della leggenda del jazz Ella Fitzgerald, è un monumento della musica americana.

È la più grande autrice di sempre di canzoni per bambini, i suoi album prodotti negli anni Cinquanta e Sessanta avevano brani che i genitori di allora non si sarebbero mai sognati di far cantare ai propri figli. Erano testi che parlavano dell’Africa, del Messico, del popolo Maori, parlavano di speranza, o come One other man carried out gone, una sorta di blues per bambini diventato negli anni un inno alla libertà. “Ha trovato il modo di indirizzare i bambini su temi a volte difficili ma con un tocco di gentilezza – ha spiegato al New York Instances Gayle Wald, docente di studi americani alla George Washington College e autrice di una biografia della cantante – Lei non ha mai mentito loro e certamente non li ha mai disdegnati”.

L’approccio poco ortodosso di Jenkins ha avuto un successo gigantesco: è stata l’artista che ha venduto più dischi per la Smithsonian Folkway Recordings, un’istituzione musicale americana, ha prodotto più di quaranta brani storici, ed è stata un modello nella difesa della diversità. È stata lei la donna capace di rivoluzionare la musica per i più giovani, incoraggiando i piccoli afroamericani advert avere consapevolezza e orgoglio di loro stessi, evitando la ghettizzazione.

Una delle sue registrazioni, una corale per bambini, You’ll sing a music and I’ll singa a music, è conservata nella Biblioteca del Congresso di Washington, forse il massimo riconoscimento che gli Stati Uniti possono dare un’artista. Nel 2004 ha ricevuto un Grammy Award alla carriera. “Prima di lei – ha raccontato Wald – pochissime persone componevano brani per i bambini”.

Jenkins ha celebrato i cento anni in un centro di assistenza anziani a Chicago, la città dove è nata il 6 agosto del 1924, ma anche partecipato a uno spettacolo organizzato dalla città in suo onore, con l’esibizione di bambini di un coro di un campus estivo. Di riposare neanche a parlarne. “Voglio rimettermi in sesto – ha spiegato al Instances, ricordando i suoi recenti problemi di salute – tornare al lavoro e farlo con altre persone, farlo con i bambini. Io lavoro con loro e loro lavorano con me. E a me piace lavorare”.

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