Con la direttrice della Festa di Roma, Paola Malanga, cerchiamo di delineare il profilo della edizione diciotto della rassegna, dal 18 al 29 ottobre all’Auditorium Parco della Musica ma anche in tanti altri luoghi della capitale.
Che scommessa è questa edizione della Festa e che impatto ha avuto lo sciopero degli sceneggiatori e attori sul programma?
“L’impatto l’abbiamo sentito tutti. Tutti i pageant che dalla metà di luglio, quando allo sciopero degli sceneggiatori iniziato a maggio si è aggiunto quello degli attori, tutti i pageant che sono venuti dopo, ne hanno subito le conseguenze, anche se in modo diverso. Ma è giusto così, si tratta di uno sciopero storico, epocale e quindi è inevitabile che ci siano delle ricadute in termini di presenze. I movie arrivano, ma non accompagnati dagli attori, perché i registi invece hanno trovato un accordo”.
Nel programma tanta Italia. Vi aspettate il bollino “festa autarchica”
“Che ci sia tanta Italia è normale, perché a Cannes c’è un sacco di Francia anche, a Venezia c’period molta Italia, a San Sebastian e ci sono molta Spagna e America Latina. Non penso che questa sia una visione da strapaese. Ci sono dei movie e dei documentari e delle proposte italiane numerous, particolari. Lo dico da spettatore, perché io mi penso sempre così: questo è un pageant da cui andrei a vedere tutto quello che c’è di italiano”.
Partiamo da quello di apertura, C’è ancora domani di Paola Cortellesi.
“È un bellissimo movie, è una scommessa, è coraggioso, forte. Dall’inizio definisce il pageant che mi auguro di riuscire a fare. Qualcosa che gioca in casa ma con coraggio. Paola è attrice e autrice non solo comica ma amatissima dal grande pubblico soprattutto per questo, qui fa una scommessa nuova. Quindi è come dire dall’inizio, definisce il mio modo di vedere il Pageant che io mi auguro di riuscire a fare la percezione di qualcosa che sia, che abbia tutto e che giochi in casa, ma con coraggio”.
Tre movie italiani in concorso, su diciotto. Tantissimi sparsi in altre sezioni
“Sì, oltre a Cortellesi ci sono Mi fanno male i capelli di Roberta Torre e il movie di Edoardo Gabbriellini, Vacation, prodotto da Luca Guadagnino. Anche questi sono due movie italiani coraggiosi, diversi, che fanno delle scommesse e secondo me c’è bisogno di scommettere su qualcosa di nuovo. E comunque ho visto 250 movie italiani, ho scelto quelli che da spettatrice vorrei vedere”.
Perché sono una scommessa, questi due movie?
“Perché all’interno di ciascuno ci sono delle regole, dei percorsi che non ci si aspetta. Resterete sorpresi. Ma voglio anche sottolineare l’esordio insolito di Filippo Barbagallo, Troppo azzurro, che ha scritto, diretto, interpretato, nel solco di Moretti e Verdone, ma con leggiadria, una commedia sentimentale. Poi c’è il bellissimo documentario di Francesco Munzi che s’intitola Krypton, sul disagio psichiatrico: ha trascorso molto tempo insieme advert alcuni ragazzi e si vede in questo documentario”.
Tanti attori esordiscono alla regia, oltre a Cortellesi anche Margherita Purchase, Kasia Smutniak, Giovanna Mezzogiorno. E Michele Riondino.
“Michele ha girato un movie sorprendente e spiazzante, Palazzina Laf, in cui recita con Elio Germano, Vanessa Scalera. È un movie contemporaneo che si rifà al nostro grande cinema. Ci vedo Elio Petri. Quindi un esordio molto importante, advert esempio, e anche una scommessa. Sono da tempo alla ricerca di queste cose. E c’è il terzo movie di Emma Dante, La misericordia, un movie più libero dei suoi precedenti. Margherita Purchase esordisce alla regia con Volare, una commedia che interpreta: così non l’abbiamo mai vista perché abbiamo intuito qualcosa grazie a Carlo Verdone e a Maledetto il giorno che ti ha incontrato”.
Quali sono i fili rossi della Festa?
“La musica, documentari, restauri e gli artisti in presenza, da Zucchero a Renato Zero a Sting. Tanti movie che un tempo avremmo detto distopici ma che rappresentano il presente. E poi tanti bellissimi movie che consideriamo il meglio di altri pageant e che proponiamo al pubblico. Non solo tanta Italia, ma anche tanta Europa e l’America che deve fare i conti con uno sciopero che ha anche costretto a spostare l’uscita di molti titoli. Ma certo i movie, anche americani, nella selezione non mancano”.