Anna Magnani è stata l’Attrice. È stata la prima interprete italiana a farsi conoscere nel mondo, simbolo del cinema neorealista (la corsa di Pina e quell’urlo: “Francesco!” rimane punto altissimo della storia del cinema, Roma città aperta), talentuosa in tutto: nel dramma quanto nella commedia, una lunga gavetta teatrale nei varietà dove aveva creato un sodalizio fruttuoso con Totò (che poi ritrovò al cinema in Risate di gioia, malinconico omaggio alle comparse di Cinecittà di Mario Monicelli), poi il lavoro con Roberto Rossellini, l’amore tormentato, i movie con altri grandi registi come Luigi Zampa, Mario Mattioli, Mario Camerini, Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini. Il successo in Francia (che bello rivedere La carrosse d’or di Jean Renoir, primo movie europeo in technicolor), negli Stati Uniti dove vinse l’Oscar per La rosa tatuata di Tennessee Williams, un po’ dramma un po’ commedia, dove interpreta una donna siciliana emigrata negli Stati Uniti che vive nel lutto per l’uomo che ha tanto amato, salvo poi scoprire anni dopo che l’aveva tradita.

Quell’Oscar (period il 21 marzo 1956) lei non andò a ritirarlo. La svegliarono i cronisti nelle prime ore dell’alba nella sua casa romana e lei aprì la porta in vestaglia. Glielo consegnarono poi mesi dopo in una serata speciale dove circondata da “paparazzi” che non si chiamavano ancora così (La dolce vita sarebbe arrivata quattro anni dopo) period raggiante. È stata la prima interprete italiana a vincere un Oscar, la Festa di Roma ha scelto quello scatto per celebrare quel momento magico, questo anniversario storico (i 50 anni, oggi, dalla morte dell’attrice) e un momento irripetibile per la storia del cinema italiano.
“Roma città aperta”: la morte di Pina, Anna Magnani
Quando nel 2008 – erano i cent’anni dalla nascita – chiedemmo a Mario Monicelli di ricordarla, ci disse: “Risate di gioia è stata l’unica volta che abbiamo fatto cinema assieme, ma io ero molto amico di Anna Magnani. Period una donna straordinaria, frequentarla nella sua verità, tra amici period bellissimo. Come attrice di cinema non dico niente, ci sono i movie che parlano ma come persona… andavo da lei, si metteva al pianoforte a casa, cantava, giocava, si arrabbiava. Period una donna di estremi nella gioia come nel dolore, nell’amicizia come nello scontro. Period una donna vera”.

Celebre fu l’amore tormentato con Rossellini, che la lasciò per Ingrid Bergman (da cui nacque la famosa “guerra dei vulcani”, quando contemporaneamente – in forma di vendetta – vennero girati Stromboli e Vulcano), come scandalosa e coraggiosa la scelta di crescere da sola il figlio Luca, nato da una relazione con l’attore Massimo Serrato. L’attrice riuscì a imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina aveva fatto con lei, che il padre naturale non lo conobbe mai. Alla tremendous della sua vita (morì a 65 anni per un tumore al pancreas) a Rossellini si riavvicinò e al funerale, che le venne organizzato dal figlio e dal regista, parteciparono migliaia di persone. A cinquant’anni dalla morte rimane ancora un punto di riferimento di tante generazioni di attrici, anche internazionali. Basta citare due interpreti che la portano sempre advert esempio: Meryl Streep e Helen Mirren.
