Quando si pensa a Toto Cutugno, scomparso all’età di 80 anni, non può che risuonare nella mente la sua voce che intona le parole “Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano, lasciatemi cantare. Sono un italiano”. Parole che sono diventate molto di più di una canzone, un vero simbolo dell’italianità nel mondo. La voce di un artista che vanta oltre 100 milioni di copie di dischi venduti, famoso anche all’estero come interprete delle sue ma anche autore di successi per altri.

L’italiano nel 1983 arrivò solo quinto al Competition di Sanremo, di cui Cutugno deteneva il primato con ben 15 partecipazioni (come Al Bano, Peppino Di Capri, Milva e Anna Oxa). Il cantautore lo aveva pensato per Adriano Celentano, per il quale aveva scritto altri brani, ma lui rifiutò lasciando il pezzo al suo autore.

La sua prima apparizione sul palco dell’Ariston è nel 1976 con gli Albatros, con cui inizia già a scalare la classifica, arrivando terzo con il brano Volo AZ 504. Cutugno torna poi a Sanremo nel 1980, da solista, ed è il suo anno: vince il pageant con Solo noi. Dopo il quinto posto de L’Italiano, nel 1983, il cantautore non riuscirà a ottenere altre vittorie al Competition ma arriverà secondo nel 1984, ‘87, ‘88, ‘89, e ‘90, guadagnandosi il soprannome di “eterno secondo”.

Nel 1990 ebbe però una rivincita: i Pooh vinsero il pageant con Uomini soli, ma rifiutarono di andare all’Eurovision Music Contest, lasciando spazio al secondo classificato. Toto Cutugno vinse la competizione europea con il brano Insieme: 1992, il secondo italiano a vincere l’Eurovision dopo Gigliola Cinquetti. Quell’anno a Sanremo aveva cantato uno dei suoi brani oggi più conosciuti, Gli amori, interpretato anche da Ray Charles con il titolo Good love gone unhealthy. Il brano è stato poi inserito nella colonna sonora del movie Non ti muovere di Sergio Castellitto.
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Le mamme è il commovente brano che vinse la medaglia d’argento nel 1989, tra suoi brani più conosciuti e amati. Nel 1995 arrivò solo al diciassettesimo posto con Voglio andare a vivere in campagna, una canzone mai uscita come singolo e poco apprezzata all’epoca ma diventata, poi, una delle sue più celebri e più cantate di sempre.